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Le disuguaglianze uomo/donna nella vita di tutti i giorni

Le disuguaglianze uomo/donna nella vita di tutti i giorni, podcast realizzato nell’ambito del progetto Riconnessioni DGR 1826 con i ragazzi e le ragazze partecipanti al laboratorio “Faccio inchiesta su podcast” presso la Scuola Secondaria di I Grado Gandino dell’I.C. 17 di Bologna
In onda la 1° parte sabato 23 luglio ore 8:30 e in streaming su www.radiocittafujiko.it
La seconda parte verrà trasmessa sabato 30 luglio alla stessa ora.
Il podcast sarà disponibile dal giorno seguente la messa in onda su www.mediaalloscoperto.it/audio
Ascoltalo:

Da cosa nasce la mascolinità tossica- inchiesta

9° puntata del programma “Donne Fuori dall’angolo 2” a cura del Gruppo Media allo scoperto di Associazione Culturale Youkali APS. La puntata, in onda il 16 luglio alle 8:30 su Radio Città Fujiko sui 103,1 si intitola “Da cosa nasce la mascolinità tosscia?”.

La realizzazione di questa puntata è frutto di un laboratorio scolastico dell’Associazione Culturale Youkali APS con la classe II A dell’Istituto D’Istruzione Superiore Ferrarini di Sasso Marconi.

I  ragazzi e le ragazze della classe hanno voluto indagare la mascolinità tossica per capire cosa determina quel modello di “essere uomini” e come si possa modificarlo e rompere quindi le così dette “gabbie di genere” a favore di una libertà di essere uomini e donne rispettosa delle emozioni più profonde delle persone prescindendo da stereotipi.

La trasmissione in diretta può essere ascoltata anche in streaming su www.radiocittafujiki.it

Dal 17 luglio poi il podcast sarà disponibile sul sito mediaalloscoperto.it/audio

Buon ascolto

Sessismo come entra nelle nostre vite

La 7° puntata speciale di Donne fuori dall’angolo è realizzata dalla classe II B dell’Istituto Ferrarini di Sasso Marconi all’interno dei laboratori dell’Associazione Youkali APS per il progetto regionale Donne fuori dall’angolo 2.
Il laboratorio radiofonico è stato centrato sulla decostruzione degli stereotipi di genere.
La classe poi ha deciso di lavorare sul tema del sessismo per comporre la trasmissione radiofonica conclusiva.
Ragazzi e ragazze hanno intervistato Katia Graziosi Presidente UDI Bologna e Samanta Picciaiola Presidente di Associazione Orlando oltre ad alcuni genitori e conoscenti per tastare il polso dell'”opinione comune” sui temi affrontati in classe.
La messa in onda è prevista il 26 marzo ore 8:30 su Radio Città Fujiko.
Dal 28 marzo il podcast sarà disponibile  anche su www.mediaalloscoperto.it/audio
Buon ascolto

Donne fuori dall’angolo 2

Progetto di rete che promuove l’empowerment delle donne per un nuovo equilibrio di genere a cura di Associazione Culturale Youkali APS – sostenuto da Regione Emilia Romagna Assessorato pari Opportunità.  Partner COSPE e FUCINA XXI.

Donne fuori dall’angolo è  un progetto gDonne fuori dall’angolo 2unto alla sua seconda edizione che mira a favorire un cambiamento in positivo della realtà socio culturale cittadina, aumentando la sensibilità rispetto alla parità di genere utilizzando il potere della narrazione in tutte le sue forme nonché dei diversi media, incoraggiando la presa di coscienza della possibilità dell’autodeterminazione nelle ragazze e delle donne in accordo con l’obiettivo 5 dell’agenda 2030.

Donne fuori dall’angolo 2 si è avviato ad agosto 2021 con la rassegna teatrale “Feminologica 4” a Villa Spada, rassegna di teatro civile al femminile che ha portato in scena spettacoli scritti, diretti e interpretati da donne che hanno messo al centro la storia delle donne.

Il progetto prosegue ora lavorando in particolare su una  platea di destinatari/e , intese come gruppi/classi di bambini e bambini e bambine tra 4- 5 anni, bambini/e tra 6- 10 anni  e ragazzi e ragazze tra 11- 17 anni che saranno coinvolti in laboratori centrati sullo scardinamento degli stereotipi di genere e a contrasto dell’hate speach in particolare sui social analizzando specificamente gli attacchi sul corpo femminile e l’insorgere degli stereotipo e discriminazioni di genere nella fascia di età degli adolescenti con un lavoro parallelo di formazione diretto agli adolescenti e agli adulti di riferimento (genitori, insegnanti etc).

Se il lavoro con i gruppi di 4/5 anni utilizzerà come strumento le narrazioni fiabesche, con le scuole primarie si utilizzerà lo strumento del teatro in particolare, con le scuole secondarie di I e II grado utilizzeremo gli strumenti della radio e del video per creare delle campagne sociali rivolte ai loro coetanei per sensibilizzarli su uno dei temi che il gruppo classe sceglierà tra quelli affrontati in classe.  Fin dai precedenti progetti “Portiamo a scuola la comunicazione di genere Youkali ha inteso portare a scuola una formazione sull’ uso dei mezzi di comunicazione di massa (web, radio, video, blog), per creare campagne sociali, antidiscriminatorie, che promuovano la parità uomo- donna, tra le diverse culture, religioni, condizioni sociali e personali, campagne che fossero poi dirette verso i loro pari (disseminazione dei risultati del progetto), agendo in ultima analisi per il bene comune usando il potere della narrazione, del teatro e anche usando i beni comuni digitali a vantaggio di tutta la comunità.

L’obiettivo comune di tutti i laboratori è quello di far acquisire a bambini/e e ragazzi/e una cultura del rispetto dell’altro da sé e della non violenza nelle relazioni interpersonali, prevenendo il formarsi in giovanissima età, degli stereotipi in particolare di genere.

Coinvolgeremo nel progetto anche genitori e docenti con l’azione del Family Cafè: incontri on line per allineare le famiglie al lavoro con le classi di scardinamento degli stereotipi di genere. Speriamo di riuscire ad attivare il coinvolgimento delle famiglie dei/delle beneficiari/e per loro tramite, rispetto a tematiche di genere diffondendo un linguaggio comune onde condividere le parole con cui si interpreta il fenomeno della violenza di genere e delle disuguaglianze in particolare tra uomo e donna.

Il pubblico  generalista adulto sarà coinvolto attraverso una trasmissione radiofonica e relativo podcast “Donne fuori dall’angolo” anche questo alla seconda edizione. La trasmissione va in onda una vola al mese su Radio Città Fujiko il sabato mattina alle 8:30 l’ultimo sabato del mese per 15 puntate da 27 minuti circa. Il podcast è reperibile sul sito mediaalloscoperto.it   

Tra agosto e settembre 2022 si svolgerà poi la 5° edizione della rassegna teatrale Feminologica sempre nell’anfiteatro di Villa Spada

Per informazioni sui laboratori, sul podcast Donne fuori dall’angolo o su Feminologica 5- info@youkali.it

 

Non giuducare i corpi dall’aspetto esteriore!

Lo spot audio della II B dell’Istituto Serpieri Succursale “Ferrarini” di Sasso Marconi” per il laboratorio “Abbasso il conflitto. Diverso da chi?” realizzato nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo” sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Pari Opportunità.

Ascolta lo spot progresso:

 

 

Combattiamo le discriminazioni con la I A e I B delle Galileo Galilei dell’ I.C. di Sasso Marconi

“Abbasso il conflitto diverso da chi?” – gli audio dei laboratori scolastici del progetto “Donne fuori dall’angolo” sostenuto nel 2020 dalla Regione Emilia Romagna Assessorato Pari Opportunità con le classi I A e I B della Scuola secondaria di I grado Galileo Galileidi Sasso Marconi

 

  •   “E’ violenza quando ti dicono che il tuo posto è tra i fornelli” – realizzato con la classe I B della scuola secondaria di I grado Galileo Galilei dell’I.C. di Sasso Marconi.  Registrazione audio a distanza in DAD.
  • “Prima era come te” –  realizzato con la classe I A della scuola secondaria di I grado Galileo Galilei dell’I.C. di Sasso Marconi.  Registrazione audio a distanza in DAD.

 
  • “Contrastiamo la violenza sulle donne” – Le interviste complete della classe I B della scuola secondaria di I grado Galileo Galilei dell’ I.C. di Sasso Marconi. 

  • Contrastiamo la discriminazione verso i senza fissa dimora – Le interviste della classe I A della scuola secondaria di I grado Galileo Galilei dell’ I.C. di Sasso Marconi.

trovi tutti gli audio prodotti  durante i nostri laboratori con adulti e ragazzi nella sezione AUDIO di questo sito

La III A della Secondaria di I grado di Grizzana ragiona sugli stereotipi e sul bullismo

Guarda i video realizzati dalla  Classe III A della Scuola Don Milani di Grizzana Morandi.

Nell’autunno 2018 le allieve e gli allievi della III della Scuola Secondaria di I grado Don Milani di Grizzana Morandi, hanno partecipato al laboratorio “Diverso da chi?” all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di genere 2018“. curato dalle socie di Associazione Youkali APS Valeria Porretta, Ruben Lazzerini e Giuliana Giordano.

Il gruppo classe ha realizzato un video spot contro il bullismo insieme alle socie e soci di Youkali Valeria Porretta, Ruben Lazerini e Giuliana Giordano.

 

Docenti, ragazzi e ragazze, formatrici e formatori hanno ragionato insieme anche sugli stereotipi di genere partendo dall’analisi delle pubblicità televisive.

In questo video i loro commenti.

 

Nel corso del laboratorio allievi e allieve hanno poi lavorato sullo storytelling creando brevi racconti, che trovate nelle pagine di questo sito, immaginandosi proiettati in un futuro senza stereotipi.

2018, un mondo senza stereotipi

Un mondo senza stereotipi… interessante come idea, davvero. Alcuni problemi si risolverebbero, almeno in parte, mentre altri sparirebbero completamente. Se gli stereotipi non fossero mai esistiti, forse alcuni problemi non sarebbero mai nati. Per non parlare poi di un mondo senza pregiudizi… allora sì che staremmo tutti meglio.
Fra vent’anni saremo tutti più grandi. Anche chi oggi ha appena compiuto un anno, per allora sarà già adulto. E se fra vent’anni il nostro mondo migliorasse, almeno un poco? Immaginate, un mondo senza stereotipi… che meraviglia!
Fra vent’anni, io ne avrò trentatré. Di anni, ovviamente. Sarà già passato tanto tempo, da adesso. Non sarò più una ragazzina, che si sente sempre il mondo contro e coinvolta in un’eterna lotta contro il giorno, come non sarò più una bimba con la voglia di crescere per sfuggire al presente. Forse, per allora, sarò già una donna. Anzi, quasi sicuramente. Sarò una donna, con una percezione del mondo diversa da quella che ho adesso; spero però di avere ancora quella facoltà di sognare e fantasticare ad occhi aperti che oggi, di tanto in tanto, viene ancora a trovarmi. Fra vent’anni, vorrei vivere in un mondo in cui finalmente amore, odio e amicizia si baseranno sulla realtà, e non su stupidi pregiudizi – perché solo così si possono definire, stupidi e insensati –.
Perché non vorrei mai che i miei figli, un giorno, tornassero da scuola e mi dicessero: «Mamma… a scuola c’è un bambino che mi prende in giro. Mi dice che sono grassa, e che non piaccio a nessuno».
«Ad allenamento c’è un ragazzo che continua a rinfacciarmi che non so giocare a calcio.. anche se questo non mi interessa molto. Mi rinfaccia di continuo che non so fare nulla, che sono pessimo, che non so fare nulla. Non lo sopporto più».
Sono queste le conseguenze dei pregiudizi, un po’ meno forse degli stereotipi. Le conseguenze del “fermarsi all’apparire”. Che poi, a che scopo sono nate queste parole?
Per far stare male chi viene afferrato dai loro artigli?
Per creare problemi, incomprensioni e divisioni fra le persone?
Sono convinta che, come si dice spesso in un libro che sto leggendo in questi giorni, «il caso non esista». Se queste parole sono nate, avranno pur uno scopo. O forse mi sbaglio?
E se, tutto d’un tratto, i loro significati bruciassero e scomparissero per sempre? Il mondo starebbe meglio, mi permetto di dire. Starebbero meglio gli adulti, che non si troverebbero più costretti a fronteggiare tanti problemi. Come starebbero meglio anche i bambini. Si sa, in quasi ogni classe c’è almeno un bambino che viene preso in giro. Per milioni di motivi, come per nessun motivo. Ed io, per esperienza, vi dico che non è piacevole essere quel bambino.
Senza pregiudizi staremmo tutti meglio. Banalmente, sparirebbe anche l’associare un ragazza bionda ad una ragazza stupida. Perché dobbiamo sempre giudicare l’intelligenza delle persone in base al loro aspetto o ai loro voti a scuola. Una persona potrebbe vestirsi malissimo, avere i capelli spettinati, le occhiaie e un cinque in matematica, eppure essere molto più intelligente di chi magari si veste con maglie firmate e ha un dieci in scienze. Per non parlare poi di tutti quegli stereotipi tra maschi e femmine. Sono forse diverse le femmine, le ragazze, le donne?
Per cosa?
Cosa abbiamo di diverso noi?
Io questo mi chiedo… perché non siamo considerate al pari degli uomini, molte volte. Anche solo, ad esempio, durante le ore di ginnastica, a scuola, mi rendo conto di tutto questo. Quante volte, nelle ore di basket, i ragazzi sbuffano perché gli è capitata una ragazza in squadra “a svantaggiarli”?
E quante volte una ragazza che ha chiesto di poter giocare a calcio con i suoi compagni è stata derisa dai ragazzi perché impensabile e dalle ragazze perché ridicola?
Ma non sono solo le ragazze ad essere vittime di queste discriminazioni. Anche i ragazzi, certo, ma per quanto ho visto io fino ad ora i maschi sono meno “colpiti” dagli stereotipi. Ma non per questo non ne hanno. Ci basti pensare all’uomo che non ha mai bisogno d’aiuto, che si risolve sempre i problemi da solo. «Gli uomini non piangono», anche questo è uno stereotipo. Un’idea sbagliata.
La vogliamo smettere di mettere etichette a tutti? Non siamo il centro del mondo, o dell’universo, e non siamo nessuno per giudicare le altre persone. Ci crediamo sempre superiori, ma fino a che punto lo siamo veramente? Non lo siamo, ecco il punto. Perciò, piantiamola di assegnare etichette a tutti. Siamo persone, non barattoli della marmellata!
Adesso, però, voglio rivolgermi a te. A te che stai leggendo, sì. Non ti spaventare, tranquillo, non ti mangerò. Iniziamo con le cose serie ora, che forse in fin dei conti è meglio.
Lo vedi il cartellino che hai addosso?
Proprio lì, all’altezza del petto. Sulla sinistra.
Cosa dice?
«Grasso»?
«Stupido»?
«Maschiaccio»?
Ce ne sono così tanti di appellativi, e ognuno ha il suo. Purtroppo.
C’è scritto «ladro», per caso?
«Insensibile»?
«Inutile»?
Leggilo ad alta voce, quel cartellino inutile che ti è stato affibbiato. E poi guardati allo specchio. È infondato, insensato, vero? Sì, la maggior parte delle volte è così. Allora c’è una sola cosa che puoi fare.
Strapparlo. Levartelo di dosso, ora.
Perché solo così potrai sentirti veramente libero. Toglilo, e mostra a tutti che finalmente sei senza quel cartellino, che sei di nuovo libero. Faglielo vedere, a quelli che te lo hanno assegnato, che sei ancora in piedi. E diglielo, urlaglielo, che non hai bisogno dei loro pareri sbagliati. Diglielo, urlaglielo, che tu sei così, che ti piaci per quello che sei, quello che fai, e che loro non hanno il potere di cambiarti.
Senza stereotipi e senza pregiudizi staremmo tutti meglio.
Niente più razzismo, niente più emarginazione.
Quante cose finirebbero!
Stop alle prese in giro, alle dicerie che tutti noi ci portiamo sulle spalle solo a causa del nostro cognome, stop al maschilismo. E facciamo in modo di essere tutti liberi, più felici.
Perché, ne sono convinta, senza pregiudizi, senza stereotipi, staremmo tutti meglio.

A cura di Ludovica Scarpello, alunna della classe III C della Scuola Secondaria di Primo Grado “Moruzzi” di Ceretolo, per il progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di Genere 2018”, finanziato dalla Regione Emilia Romagna

Josè

Josè è un ragazzo brasiliano di quindici anni, non tanto alto, magro e con i capelli marroni.
Josè è da poco arrivato in Italia ed è appena entrato nella nuova scuola.
In classe ha pochi amici e lui non si sente bene e a suo agio ma soprattutto, si sente messo in disparte. Infatti non parla ancora bene l’italiano, è più basso della media dei ragazzi della sua età e ha la pelle più scura, così si sente diverso da loro o meglio sono loro a farlo sentire così.
Un giorno tornando a casa da scuola in autobus riceve una chiamata da uno dei suoi pochi amici, che gli chiede se vuole uscire con lui e il suo gruppo.
Josè tutto contento accetta.
Una volta che Josè finisce i compiti esce e raggiunge i sui amici in centro.
Dopo aver trascorso un bel pomeriggio scherzando e giocando tra loro, il gruppo di amici si mette sulla via del ritorno verso casa.
Più o meno a metà strada i ragazzi sono bloccati da un gruppo di bulletti che prendono di mira Josè picchiandolo e insultandolo per il colore della sua pelle.
Josè chiede aiuto ai suoi amici, che però sono già scappati per la paura invece di aiutarlo come sarebbe giusto e lui si sente molto solo.
Per fortuna Josè non è ferito gravemente e l’arrivo di alcuni passanti mette in fuga i bulli.
Dopo quell’avvenimento, Josè capisce che non tutte le persone che si presentano in modo amichevole in fondo sono veri amici.
Infatti gli amici vanno scelti bene, ricordandosi che un vero amico in caso di necessità non ti volta le spalle ma ti aiuta sempre.

A cura di Luca Martelli, allievo della classe III C della Scuola Secondaria di Primo Grado “Moruzzi” di Ceretolo, per il progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di Genere 2018”, finanziato dalla Regione Emilia Romagna

Abbiamo tutti lo stesso valore

A chi interssa il colore? Abbiamo tutti lo stesso valore!!!!!

 

Elaborato della classe I A Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.