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Pregiudizi e Stereotipi

Ai giorni nostri, purtroppo, ci sono troppi stereotipi e pregiudizi che possono essere di tre tipi: quello razziale, basato sulle diversità tra le persone bianche e quelle di colore, ma non solo, perché negli Stati Uniti i privilegi e i diritti legali o sociali vennero dati ai bianchi Americani e invece negati ai nativi Americani (popoli nati in America prima della colonizzazione: i Pelle Rossa). Un’altra forma di pregiudizio razziale è l’antisemitismo, cioè una persecuzione verso l’Ebraismo svolta da una o più persone, causata da un preconcetto storico-religioso.
Il secondo tipo di pregiudizio è l’androcentrico, basato sulla superiorità dell’uomo rispetto alla donna visto che essa, in passato, era soggetta a non avere un lavoro o diritto al voto; mentre l’ultimo è quello etnocentrico, basato sul giudicare altre culture secondo la propria cultura di appartenenza.
Secondo me tra 20 anni queste fissazioni di alcune persone svaniranno e vedremo tutti aiutarsi a vicenda, ma questo avverrà soltanto quando i razzisti smetteranno di esserlo e capiranno che siamo tutti uguali e che non è il colore della pelle a renderci diversi. A volte, però, questo avviene a causa di un’idea sbagliata dei genitori che insegnano ai figli, come per esempio “se non dormi chiamo l’uomo nero”, di conseguenza i bambini cresceranno con la paura di stare vicini o avvicinarsi ad una persona di colore.

A cura di un allievo della classe III C della Scuola Secondaria di Primo Grado “Moruzzi” di Ceretolo, per il progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di Genere 2018”, finanziato dalla Regione Emilia Romagna

Calimero e il terremoto

Arrivata nel mio condominio devo salire quattro piani di scale a piedi perché non c’è l’ascensore e, arrivata in cima, ho il fiatone come sempre.

Fuori dalla porta del mio appartamento c’è un adesivo ironico
con scritto “attenti al gatto”. Appena entro, Calimero, il mio gatto, mi viene incontro e si struscia sulle mie gambe per salutarmi.

Quando alzo la testa vedo un lungo corridoio arancione con un dipinto, fatto da mio zio, appeso alla parete; si sente un leggero odore di chiuso.
La prima porta a destra è della camera dei miei genitori con le pareti dipinte di blu. Entrandovi vedo mio padre che schiaccia un pisolino sul letto, dopo essere tornato dal lavoro.

Più avanti, sempre sulla destra, c’è il bagno, lungo e stretto, con mattonelle grigio-mare e lucide. Calimero arriva, si fionda nella vasca e inizia a miagolare perché vuole che gli apra l’acqua per bere. Ancora avanti sulla destra c’è un grande salotto collegato alla cucina, un po’ stretta: entrambe le stanze sono dipinte di arancione.

Mi sporgo e noto mia mamma che cucina la cena. In fondo al corridoio c’è lo sgabuzzino dove teniamo le scorte del cibo e vari oggetti. In fondo al corridoio sulla sinistra c’è la camera, mia e di mia sorella, con le pareti viola, molto larga ma occupata quasi tutta da un armadio bianco ad ante scorrevoli.
Quando entro sembra vuota ma, poco dopo, noto mia sorella sul suo letto che gioca con il tablet.
Dalla mia camera si sente quasi sempre il rumore dei vicini che urlano o giocano ai videogiochi con gli amici. Oggi sono più rumorosi del solito. Mi piacerebbe avere una casa meno colorata e più moderna, ma è comunque molto confortevole e va bene anche così! Mi sdraio sul letto e inizio
a guardare il telefono, poi tutto comincia a tremare: è un forte terremoto che sta colpendo tutta Bologna, compresa la mia casa.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Sofia Valentini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

UNA CASA PERFETTA PER FARE TUTTO QUELLO CHE SI VUOLE INSIEME ALLE PERSONE CHE AMI

In via Stalingrado, proprio davanti ad un grande supermercato, si trova un grande palazzo di colore arancione scuro. In questo condominio si trova la mia casa. Per entrare devo aprire il portone, che si schiude con un giro di chiave e tirando leggermente la maniglia verso di me.

Entrata, prendo l’ascensore di colore rosso scuro, all’interno è tutto colorato di giallo banana, a parte i manici per appoggiarsi che sono blu argenteo. Dentro l’ascensore c’è uno specchio abbastanza grande dove di solito mi guardo per sistemarmi i capelli o mettermi il lucidalabbra, ma devo fare in fretta perché il tempo che mi occorre per arrivare al piano desiderato è poco. Per salire e scendere ai piani si possono usare le scale, che vanno bene per per chi è molto sportivo, invece, per chi è sfaticato come me, per fortuna esiste l’ascensore.

Arrivata al piano del mio appartamento entro in casa e apro la porta facendo fare tre giri alla chiave. Ogni volta, entrata in casa, sento l’odore di cibo preparato dai miei genitori, così mi fiondo subito in cucina e lì rimango per tutto il resto della giornata, prima seduta a tavola a mangiare e poi sdraiata davanti alla tv a guardare kdrama o ascolatare musica kpop.

Non è un caso se la mia camera, tutta di colore bianco, è tappezzata di poster dei miei gruppi kpop preferiti.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Angela Delos Reyes III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

 

CASA MIA

Appena entro sento un buon profumo di lavanda e il calore dei termosifoni accesi che mi riscalda.

Davanti alla porta d’ingresso c’è la sala da pranzo con la TV, il divano e un grande tavolo di vetro; a destra, invece, c’è la cucina, che è molto piccola.

Alla mia sinistra c’è un corridoio stretto con davanti il bagno, a destra camera mia e di mio fratello, a sinistra la camera dei miei genitori.

In ogni stanza c’è, come minimo, una grande finestra con i vetri molto doppi che attutiscono i rumori. Nonostante ciò, spesso la notte si sente un cane che abbaia, probabilmente perché viene lasciato solo, e quindi ogni tanto faccio fatica a dormire.
I nostri vicini lavorano in edicola e spesso vengono a trovarci per regalare qualche rivista a me e a mio fratello.

Ultimamente, mi sono accorta che durante i giorni festivi, quando invitiamo i nostri parenti a casa, l’ambiente si modifica: decoriamo tutta casa, apparecchiamo la tavola elegantemente e puliamo praticamente ovunque! Quasi non sembra più casa nostra!
La mia è una casa piccolina, ma per me è molto accogliente e confortevole.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Elena Quiros III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Sento

Si entra da una porta di legno, che qualche volta scricchiola.

La prima cosa che si vede è un mobiletto con un vasetto pieno di centesimi sopra.
Sento il rumore della porta che si chiude, sento l’odore dei miei cani.
Noto il contrasto tra caldo e freddo che c’è tra il pianerottolo del condominio e il mio appartamento: a casa mia fa molto più caldo!
Sento l’odore del cibo che prepara mia madre, il rumore dell’acqua che bolle e delle pentole che sbattono sui fornelli.
Sento il vento, che arriva dalla porta finestra aperta della sala, sfiorarmi i capelli e mi passa vicino l’orecchio come se mi sussurrasse qualcosa, il silenzio.
Sento il rumore delle ciotole dei miei cani che strisciando sul pavimento creano frastuono.
Sento il rumore dei piatti di ceramica che sbattono sul tavolo di vetro.
Finito di mangiare mi siedo sulla poltrona di fronte alla tv per guardare i miei programmi preferiti. Prendo in mano il telecomando, è leggermente freddo.
La tv si accende e posso trascorrere un’ora di assoluto relax.
Più tardi, il dovere mi chiama e mi metto seduta alla scrivania per fare i miei compiti.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”
Morgana Canevazzi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Il colore è rosso

Il colore del mio condominio è rosso: rossa è la recinzione che lo circonda e rossi sono i mattoni. Entro, aprendo il cancello cigolante, è un po’ vecchio e malandato. Ma ciò che attira la mia attenzione è il giardino che si trova subito oltre il cancello.

Spesso vado a controllare alcuni fiori bianchi e viola che si trovano in fondo alla piccola distesa verde, perché sono stati piantati nell’anno in cui sono nata e perciò sono molto importanti per me. Dopo aver ammirato il giardino entro nell’ampio atrio, che nel periodo natalizio si arricchisce di un bellissimo e luminoso albero di Natale decorato da alcuni condomini.
Nonostante un comodo ascensore io preferisco fare le scale a piedi. E subito mi accoglie un confortevole calore e l’odore di pasta al ragù che proviene dai vari appartamenti. È ora di pranzo e i miei vicini sono a tavola.
Salendo le scale si sentono i pianti dell’ultimo nato del palazzo, e andando ancora un po’ su si sentono gli unici due cani del condominio che abbaiano. Appena arrivata nel mio appartamento, saluto mio fratello con un urlo perchè ha sempre le cuffie nelle orecchie.
I condomini sono tutti molto socievoli e qualcuno un po’ stravagante, ad esempio il signore che abita al secondo piano canta in continuazione.

Ricordo che la notte del 31 dicembre di qualche anno fa la passammo aiutando alcune persone bloccate in ascensore per poi festeggiare tutti insieme.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Stefania Billi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Che casetta la mia casetta

Appena entrata, superando la porta marrone chiaro, si sentono delle voci o la tv. A destra c’è un corridoio stretto per via dei mobili. Facendo pochi passi puoi trovare la porta del bagno sempre profumato con uno specchio enorme dove mia sorella si mette ogni giorno le lenti a contatto. Accanto alla porta del bagno c’è la camera dei miei genitori con un letto, un armadio enorme e di fronte a questo una scrivania con una stampante e un computer. Attraversando il corridoio striminzito c’è il soggiorno con il balcone sempre aperto, nel salotto c’è un tavolo, il divano e la tv, poi c’è la cucina con i mobili, i fornelli, e il frigo; infine c’è la mia cameretta con il mio letto e quello di mia sorella, molti mobili tra cui una scrivania e la tv.
Devo ammettere che non mi piace molto questa casa, preferisco quella della Calabria.

Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Claudia Bianco III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

La casa di mattoni rossi

Oggi, come tutti i giorni, dopo la scuola, sono tornato a casa in autobus.

Appena sceso alla fermata vedo davanti a me il mio condominio costruito in mattoni rossi che danno un senso di calore e accoglienza. Tolgo lo zaino dalle spalle e cerco per 5 minuti le chiavi al suo interno, che ovviamente si trovano sul fondo e quindi sono obbligato a estrarre tutti i libri per poterle prendere. Ogni tanto mi capita di incontrare alcuni dei miei vicini, li saluto e loro con poca voglia rispondono con un semplice cenno della testa abbastanza svogliato o un sorriso un po’ stanco.

Siccome non ho tanta voglia di aspettare l’ascensore decido di salire le scale fino ad arrivare al terzo piano, dove si trova il mio appartamento. Con le fatidiche chiavi che ho riposto saggiamente nella tasca apro il cancello e successivamente il portone.

Appena entrato devo, come sempre, correre in bagno. Nella mia casa ci sono due bagni, uno grande ed uno piccolo, quest’ultimo è il mio preferito non so bene il perché ma al suo interno mi sento molto più a mio agio. Sarà forse per i suoi colori, per i quadri appesi alla parete, per lo specchio enorme o per il tepore che si trova al suo interno il motivo per cui mi piace questo ambiente della mia casa.

Dopo circa dieci minuti esco dal bagno e mi reco in cucina, che è collegata al salotto. In cucina metto a bollire l’acqua e nel frattempo vado in camere mia, io la adoro. E’ abbastanza grande con le pareti bianche, grandi finestre che lasciano entrare molta luce, una scrivania, due letti molto comodi e un canestro attaccato all’armadio, con cui io e mio fratello ci divertiamo un sacco a giocare! Insomma in camera mia c’è tutto quello di cui necessito per vivere.

Dopo aver guardato un po’ di video su YouTube torno in cucina, a destra dei fornelli si trova la dispensa, spesso piuttosto disordinata, da cui prendo la pasta e la metto all’interno del pentolino che contiene l’acqua bollente.

Successivamente vado in salotto dove si trova la televisione, prendo il telecomando, mi siedo sul divano, soffice e comodo, e accendo la TV. Dopo nove minuti, mi alzo dal divano e vado in cucina a scolare e a condire la pasta, mentre aspetto che si raffreddi apparecchio la tavola che si trova al centro della stanza.

Dopo mangiato sparecchio tutto e vado un po’ sul letto per riposare e ascoltare la musica con le mie nuove cuffie bluetooth bianche fino a quando non arriverà mia mamma che mi accompagnerà ad allenamento.

Nel silenzio della casa posso sentire i vicini del piano di sotto discutere animatamente, il mio gatto sgranocchiare i suoi croccantini e il ragazzo che occupa l’appartamento sopra il nostro ascoltare la musica e tenere il tempo sbattendo i piedi sul pavimento.

Esercitazioni di storytelling sul tema  “La mia casa”

Alessandro Benini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

CASA DOLCE CASA

Quando torno da scuola, per prima cosa, suono il campanello per un buon quarto d’ora perché mio fratello non ha mai voglia di alzarsi dal divano. Entro e aspetto l’ascensore, più lento della mia bisnonna, per altri cinque minuti.

Finalmente arriva e schiaccio velocemente il tasto per il sesto piano. C’è sempre il solito odore di disinfettante. La porta di casa è socchiusa. Entro. La chiudo. Mi tolgo il giubbotto e mollo lo zaino accanto alla porta d’ingresso.

In casa c’è sempre un calduccio piacevole, che sicuramente preferisco al freddo di dicembre.

Prima di pranzare, attraverso la sala, costantemente illuminata dalla luce che filtra dalle portefinestre e il corridoio per poi arrivare in bagno. Voglio lavarmi le mani, ma…chi c’è sul lavandino? Ah sì, c’è il mio gatto Pepe che schiaccia un pisolino, come suo solito.

Così, lo accarezzo un po’: il suo pelo è proprio morbido. Lo sollevo e lo appoggio per terra. Miagola, sbadiglia e, più ciondolante di me appena sveglia, se ne va.

Mi lavo le mani e torno verso la cucina; subito sento il profumo di quello che ha cucinato mia mamma. Appena finito di pranzare corro velocemente in camera mia: è una stanza piccola, con le pareti rosa e stracolma di libri fantasy.

Mi butto sul letto scompigliando le coperte e provo ad ascoltare un po’ di musica, ma…non riesco. Già, non riesco perché i vicini, due anziani un po’ sordi, stanno ascoltando il telegiornale a volume altissimo.

Succede qualcosa di simile tutte le volte che viene trasmessa una partita di calcio e il Napoli gioca: “HANNO SEGNATO!” “GOOOOAL!” “PASSA PASSA!” “NOOO!” “VAI VAI VAI!”. La famiglia al piano di sopra, tifa il Napoli e quando gioca, sento più o meno queste cose fino alla fine del novantesimo minuto

Esercitazioni di storytelling sul tema  “La mia casa”

Rebecca Baschieri III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Redazione Gandusio” in “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

 

 

NarrAzione di genere- Formazione 2018

Parte a maggio 2018 la terza edizione del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di genere” grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna Assessorato pari Opportunità.

Il progetto vede Youkali capofila accanto a numerosi partner: Tavola delle donne , AICS Bologna, Cospe, Udi Bologna, Associazione Come l’Aria connessa a Radio Città Fujiko, e con la collaborazione di Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese e Quartiere Porto- Saragozza.

Il progetto prevede una parte di formazione dedicata a docenti in ruolo o ad aspiranti educatori ed esperti nella comunicazione sociale che partirà l’11 maggio 2018.

Le lezioni di formazione avranno luogo in due sedi differenti: la sala Polivalente del Quartiere Porto- Saragozza in via Berti 2/9 e la sede di AICS Bologna in via San Donato 146 2/c.

Il programma di formazione pevede una prima fase di lavoro tra maggio e giugno e una ripresa a settembre che proseguirà fino a dicembre comprendendo anche una sorta di tirocinio formativo all’interno di scuole del territorio dell’Appennino Bolognese con la realizzazione di laboratori sulla comunicazione di genere.

L’azione portante del progetto infatti, è la formazione di bambini e ragazzi delle scuole per realizzare la quale la formazione degli adulti è un tassello imprescindibile.

Youkali coordinerà la realizzazione di alcuni laboratori scolastici nell’Appennino bolognese sia all’interno di Scuole dell’Infanzia che Primarie e Secondarie di I grado.

I laboratori scolastici di NarrAzione di genere mirano a far lavorare i bambini e i ragazzi più grandi sulla narrazione intesa sia come narrazione tradizionale, orale, sia come teatro che come narrazione con strumenti della comunicazione massmediatica (video, audio e web), per ragionare insieme sugli stereotipi in particolare di genere che sono già nelle loro menti fin dalla prima infanzia e per comprendere i meccanismi del conflitto onde evitarne l’escalation nelle forme più gravi che conosciamo di bullismo, di violenza psicologica e fisica bsata su pre- giudizi e mancanza di rispetto.

Per partecipare alla formazione destinata agli adulti è sufficiente mandare una mail a mediaalloscoperto@youkali.it con curriculum e motivazioni d’interesse. La formazione è gratuita con tessera Youkali (necessaria per la copertura assicurativa per tutto il periodo di corso).

Per conoscere il calendario della formazione adulti e i dettagli del progetto clicca sul link: NarrAzione di genere