CASA MIA

Appena entro sento un buon profumo di lavanda e il calore dei termosifoni accesi che mi riscalda.

Davanti alla porta d’ingresso c’è la sala da pranzo con la TV, il divano e un grande tavolo di vetro; a destra, invece, c’è la cucina, che è molto piccola.

Alla mia sinistra c’è un corridoio stretto con davanti il bagno, a destra camera mia e di mio fratello, a sinistra la camera dei miei genitori.

In ogni stanza c’è, come minimo, una grande finestra con i vetri molto doppi che attutiscono i rumori. Nonostante ciò, spesso la notte si sente un cane che abbaia, probabilmente perché viene lasciato solo, e quindi ogni tanto faccio fatica a dormire.
I nostri vicini lavorano in edicola e spesso vengono a trovarci per regalare qualche rivista a me e a mio fratello.

Ultimamente, mi sono accorta che durante i giorni festivi, quando invitiamo i nostri parenti a casa, l’ambiente si modifica: decoriamo tutta casa, apparecchiamo la tavola elegantemente e puliamo praticamente ovunque! Quasi non sembra più casa nostra!
La mia è una casa piccolina, ma per me è molto accogliente e confortevole.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Elena Quiros III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Sento

Si entra da una porta di legno, che qualche volta scricchiola.

La prima cosa che si vede è un mobiletto con un vasetto pieno di centesimi sopra.
Sento il rumore della porta che si chiude, sento l’odore dei miei cani.
Noto il contrasto tra caldo e freddo che c’è tra il pianerottolo del condominio e il mio appartamento: a casa mia fa molto più caldo!
Sento l’odore del cibo che prepara mia madre, il rumore dell’acqua che bolle e delle pentole che sbattono sui fornelli.
Sento il vento, che arriva dalla porta finestra aperta della sala, sfiorarmi i capelli e mi passa vicino l’orecchio come se mi sussurrasse qualcosa, il silenzio.
Sento il rumore delle ciotole dei miei cani che strisciando sul pavimento creano frastuono.
Sento il rumore dei piatti di ceramica che sbattono sul tavolo di vetro.
Finito di mangiare mi siedo sulla poltrona di fronte alla tv per guardare i miei programmi preferiti. Prendo in mano il telecomando, è leggermente freddo.
La tv si accende e posso trascorrere un’ora di assoluto relax.
Più tardi, il dovere mi chiama e mi metto seduta alla scrivania per fare i miei compiti.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”
Morgana Canevazzi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

La mia casa a Natale

Un giorno come tanti.

Per entrare nella mia casa si deve percorrere una stradina grigia a un angolo di via San Donato, bisogna riuscire ad aprire la porta di un cancello mezza distrutta dal terremoto, percorrere un bel giardino che, tra diversi alberi, ha pure una palma che a dicembre viene addobbata di luci natalizie; bisogna aprire una doppia porta gialla, cercare di non scivolare sulle scale appena pulite e, infine, aprire il portone quasi blindato del mio appartamento. Appena lo apri, sei avvolto da un odore di cavoli che mio fratello sta già mangiando seduto al tavolo in cucina.

Subito si nota l’albero di Natale altissimo con accecanti luci bianche e il quadro di un clown che da piccolo mi faceva paura.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Riccardo Marchesini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Il colore è rosso

Il colore del mio condominio è rosso: rossa è la recinzione che lo circonda e rossi sono i mattoni. Entro, aprendo il cancello cigolante, è un po’ vecchio e malandato. Ma ciò che attira la mia attenzione è il giardino che si trova subito oltre il cancello.

Spesso vado a controllare alcuni fiori bianchi e viola che si trovano in fondo alla piccola distesa verde, perché sono stati piantati nell’anno in cui sono nata e perciò sono molto importanti per me. Dopo aver ammirato il giardino entro nell’ampio atrio, che nel periodo natalizio si arricchisce di un bellissimo e luminoso albero di Natale decorato da alcuni condomini.
Nonostante un comodo ascensore io preferisco fare le scale a piedi. E subito mi accoglie un confortevole calore e l’odore di pasta al ragù che proviene dai vari appartamenti. È ora di pranzo e i miei vicini sono a tavola.
Salendo le scale si sentono i pianti dell’ultimo nato del palazzo, e andando ancora un po’ su si sentono gli unici due cani del condominio che abbaiano. Appena arrivata nel mio appartamento, saluto mio fratello con un urlo perchè ha sempre le cuffie nelle orecchie.
I condomini sono tutti molto socievoli e qualcuno un po’ stravagante, ad esempio il signore che abita al secondo piano canta in continuazione.

Ricordo che la notte del 31 dicembre di qualche anno fa la passammo aiutando alcune persone bloccate in ascensore per poi festeggiare tutti insieme.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Stefania Billi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Che casetta la mia casetta

Appena entrata, superando la porta marrone chiaro, si sentono delle voci o la tv. A destra c’è un corridoio stretto per via dei mobili. Facendo pochi passi puoi trovare la porta del bagno sempre profumato con uno specchio enorme dove mia sorella si mette ogni giorno le lenti a contatto. Accanto alla porta del bagno c’è la camera dei miei genitori con un letto, un armadio enorme e di fronte a questo una scrivania con una stampante e un computer. Attraversando il corridoio striminzito c’è il soggiorno con il balcone sempre aperto, nel salotto c’è un tavolo, il divano e la tv, poi c’è la cucina con i mobili, i fornelli, e il frigo; infine c’è la mia cameretta con il mio letto e quello di mia sorella, molti mobili tra cui una scrivania e la tv.
Devo ammettere che non mi piace molto questa casa, preferisco quella della Calabria.

Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Claudia Bianco III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

La casa di mattoni rossi

Oggi, come tutti i giorni, dopo la scuola, sono tornato a casa in autobus.

Appena sceso alla fermata vedo davanti a me il mio condominio costruito in mattoni rossi che danno un senso di calore e accoglienza. Tolgo lo zaino dalle spalle e cerco per 5 minuti le chiavi al suo interno, che ovviamente si trovano sul fondo e quindi sono obbligato a estrarre tutti i libri per poterle prendere. Ogni tanto mi capita di incontrare alcuni dei miei vicini, li saluto e loro con poca voglia rispondono con un semplice cenno della testa abbastanza svogliato o un sorriso un po’ stanco.

Siccome non ho tanta voglia di aspettare l’ascensore decido di salire le scale fino ad arrivare al terzo piano, dove si trova il mio appartamento. Con le fatidiche chiavi che ho riposto saggiamente nella tasca apro il cancello e successivamente il portone.

Appena entrato devo, come sempre, correre in bagno. Nella mia casa ci sono due bagni, uno grande ed uno piccolo, quest’ultimo è il mio preferito non so bene il perché ma al suo interno mi sento molto più a mio agio. Sarà forse per i suoi colori, per i quadri appesi alla parete, per lo specchio enorme o per il tepore che si trova al suo interno il motivo per cui mi piace questo ambiente della mia casa.

Dopo circa dieci minuti esco dal bagno e mi reco in cucina, che è collegata al salotto. In cucina metto a bollire l’acqua e nel frattempo vado in camere mia, io la adoro. E’ abbastanza grande con le pareti bianche, grandi finestre che lasciano entrare molta luce, una scrivania, due letti molto comodi e un canestro attaccato all’armadio, con cui io e mio fratello ci divertiamo un sacco a giocare! Insomma in camera mia c’è tutto quello di cui necessito per vivere.

Dopo aver guardato un po’ di video su YouTube torno in cucina, a destra dei fornelli si trova la dispensa, spesso piuttosto disordinata, da cui prendo la pasta e la metto all’interno del pentolino che contiene l’acqua bollente.

Successivamente vado in salotto dove si trova la televisione, prendo il telecomando, mi siedo sul divano, soffice e comodo, e accendo la TV. Dopo nove minuti, mi alzo dal divano e vado in cucina a scolare e a condire la pasta, mentre aspetto che si raffreddi apparecchio la tavola che si trova al centro della stanza.

Dopo mangiato sparecchio tutto e vado un po’ sul letto per riposare e ascoltare la musica con le mie nuove cuffie bluetooth bianche fino a quando non arriverà mia mamma che mi accompagnerà ad allenamento.

Nel silenzio della casa posso sentire i vicini del piano di sotto discutere animatamente, il mio gatto sgranocchiare i suoi croccantini e il ragazzo che occupa l’appartamento sopra il nostro ascoltare la musica e tenere il tempo sbattendo i piedi sul pavimento.

Esercitazioni di storytelling sul tema  “La mia casa”

Alessandro Benini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

CASA DOLCE CASA

Quando torno da scuola, per prima cosa, suono il campanello per un buon quarto d’ora perché mio fratello non ha mai voglia di alzarsi dal divano. Entro e aspetto l’ascensore, più lento della mia bisnonna, per altri cinque minuti.

Finalmente arriva e schiaccio velocemente il tasto per il sesto piano. C’è sempre il solito odore di disinfettante. La porta di casa è socchiusa. Entro. La chiudo. Mi tolgo il giubbotto e mollo lo zaino accanto alla porta d’ingresso.

In casa c’è sempre un calduccio piacevole, che sicuramente preferisco al freddo di dicembre.

Prima di pranzare, attraverso la sala, costantemente illuminata dalla luce che filtra dalle portefinestre e il corridoio per poi arrivare in bagno. Voglio lavarmi le mani, ma…chi c’è sul lavandino? Ah sì, c’è il mio gatto Pepe che schiaccia un pisolino, come suo solito.

Così, lo accarezzo un po’: il suo pelo è proprio morbido. Lo sollevo e lo appoggio per terra. Miagola, sbadiglia e, più ciondolante di me appena sveglia, se ne va.

Mi lavo le mani e torno verso la cucina; subito sento il profumo di quello che ha cucinato mia mamma. Appena finito di pranzare corro velocemente in camera mia: è una stanza piccola, con le pareti rosa e stracolma di libri fantasy.

Mi butto sul letto scompigliando le coperte e provo ad ascoltare un po’ di musica, ma…non riesco. Già, non riesco perché i vicini, due anziani un po’ sordi, stanno ascoltando il telegiornale a volume altissimo.

Succede qualcosa di simile tutte le volte che viene trasmessa una partita di calcio e il Napoli gioca: “HANNO SEGNATO!” “GOOOOAL!” “PASSA PASSA!” “NOOO!” “VAI VAI VAI!”. La famiglia al piano di sopra, tifa il Napoli e quando gioca, sento più o meno queste cose fino alla fine del novantesimo minuto

Esercitazioni di storytelling sul tema  “La mia casa”

Rebecca Baschieri III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Redazione Gandusio” in “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

 

 

Diverso da chi? L’anima è la stessa

Unità nella diversità

Cartelloni elaborati dalla classe I C per la campagna

“Diverso da chi?”

 

Elaborati di  gruppi di studenti della classe I C della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Le stesse possiblità

Smontiamogli stereotipi 2

Smontiamo gli stereotipi per dare a maschi e femmine le stesse possibilità

Diverso da chi??

 

Elaborato della classe I A della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

La violenza domestica in uno spot

La classe III F della Scuola Rolandino dè Passaggeri ha partecipato al laboratorio “Lo sguardo dell’altro l’incontro con l’altro” tenuto da Associazione Youkali e Tavola delle donne nell’ambito del bando “Educalè” del Comune di Bologna  co- finanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Ascolta lo spot audio “Violenza Domestica” realizzato dai ragazzi e dalle ragazze della classe

La violenza di genere è un crimine contro i diritti umani: non restare in silenzio denuncia!