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Le chiavi e la posta

Sono stremato dal peso dello zaino quando arrivo davanti al cancello ma le chiavi sono nella tasca più profonda dei pantaloni; faccio uno sforzo enorme per prenderle e, quando porto a termine la mia impresa, mi accorgo che il cancello era aperto.

Colmo di rabbia, oltrepasso il portone e subito noto che nella bacheca è appeso il solito mazzo di chiavi che nessuno si prende mai la briga di portare via, mi viene voglia di buttarle nel piccolo cestino vicino all’ascensore ma resisto a questa malvagia tentazione. Subito dopo il mio sguardo si sposta sulle buchette della posta, sono tutte piene di riviste, giornali e bollette.

Poi noto che solo la nostra è priva di quelle scartoffie, allora preso dall’impulso di fare un dispetto afferro tutti quei pezzi di carta inutili e li metto in altre buchette scombinando tutto il lavoro del postino e dei ragazzi che distribuiscono materiale pubblicitario.

Orgoglioso dell’atto che avevo appena compiuto, salgo le scale in tutta fretta ma, sulla soglia di casa, noto di aver commesso un errore madornale: avevo di nuovo riposto le chiavi nella tasca profonda dei pantaloni!

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”
Flavio Frattaruolo III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Come una cuccia

Casa mia
Quando si entra dalla porta, a destra c’è la cucina con un tavolo al centro, la stanza è piccola ma c’è tutto l’essenziale. A sinistra c’è il corridoio e dritto davanti c’è il salotto con un terrazzo.

Il tappeto del salotto puzza di pipì di cane. Il corridoio ha una porta sulla destra, aprendola si entra nella camera da letto di mia sorella, che ha un arredamento che personalmente a me non piace: è tutto arancione.

Proseguendo a sinistra lungo il corridoio c’è un mobile con tanti libri. Ancora più avanti, a destra, c’è la mia stanza da letto, di fronte alla quale c’è un bagno che di solito usiamo io e mia sorella perché i miei genitori hanno una camera con un piccolo bagno tutto loro.

La casa è sempre piena di odori, che siano buoni o cattivi, per esempio profumo di ragù o puzza di pipì di cane. La cosa più presente in tutto l’appartamento sono le cucce: il nostro cane ne ha una in ogni stanza.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Luca Diolaiti III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

UNA CASA PERFETTA PER FARE TUTTO QUELLO CHE SI VUOLE INSIEME ALLE PERSONE CHE AMI

In via Stalingrado, proprio davanti ad un grande supermercato, si trova un grande palazzo di colore arancione scuro. In questo condominio si trova la mia casa. Per entrare devo aprire il portone, che si schiude con un giro di chiave e tirando leggermente la maniglia verso di me.

Entrata, prendo l’ascensore di colore rosso scuro, all’interno è tutto colorato di giallo banana, a parte i manici per appoggiarsi che sono blu argenteo. Dentro l’ascensore c’è uno specchio abbastanza grande dove di solito mi guardo per sistemarmi i capelli o mettermi il lucidalabbra, ma devo fare in fretta perché il tempo che mi occorre per arrivare al piano desiderato è poco. Per salire e scendere ai piani si possono usare le scale, che vanno bene per per chi è molto sportivo, invece, per chi è sfaticato come me, per fortuna esiste l’ascensore.

Arrivata al piano del mio appartamento entro in casa e apro la porta facendo fare tre giri alla chiave. Ogni volta, entrata in casa, sento l’odore di cibo preparato dai miei genitori, così mi fiondo subito in cucina e lì rimango per tutto il resto della giornata, prima seduta a tavola a mangiare e poi sdraiata davanti alla tv a guardare kdrama o ascolatare musica kpop.

Non è un caso se la mia camera, tutta di colore bianco, è tappezzata di poster dei miei gruppi kpop preferiti.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Angela Delos Reyes III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

 

Un Condominio Sperduto in Via Bentivogli

In Via Bentivogli si trova un condominio coperto per la maggior parte da alberi che d’estate sono meravigliosi ma d’inverno sono tutti rinsecchiti.
Il muro esterno del palazzo è ruvido come la carta vetrata ed è di un bianco panna.
Il portone vecchio scricchiola e si apre a fatica. Davanti al portone c’è un parcheggio che puzza di benzina.
Se non si hanno le chiavi bisogna suonare il campanello che fa un rumore assordante.
Quando si entra, a destra si hanno le buchette della posta su cui una volta ricordo di aver sbattuto la testa, che male!
L’odore di ragù che sale nelle narici è buonissimo. L’ascensore vecchio e claustrofobico puzza terribilmente di fumo ed è tutto graffiato. Ha dei pulsanti enormi che si illuminano quando pigiati.
Se l’ascensore è occupato, cosa molto frequente, devo prendere le scale. Grazie al cielo abito solo al secondo piano!
Quando si salgono le scale si sente tutto quello che fanno i vicini: la sera, quelli sotto di noi guardano “Reazione a Catena” ad un volume spropositato e di domenica, quando gioca il Bologna, cantano i cori a squarciagola.
Si arriva al secondo piano dove la vista del muro rovinato precede la porta decorata con una bella ghirlanda natalizia.
Il portone, difettoso, ha bisogno di essere tirato mentre si gira le chiave, per poterlo aprire.
Appena torno a casa ad accogliermi c’è mia sorella che è sempre al telefono col suo ragazzo.
“AAMOREEEEE” ed io puntualmente chiudo la porta della cucina per poter mangiare in santa pace.
La mia giornata si alterna fra le urla di mia sorella, i compiti e gli urli dei vicini. E si stupiscono se poi mi arrabbio facilmente.
Quando torna papà devo aver già finito i compiti e, verso le sette, mi metto ad apparecchiare.
La cena è sempre così: io e papà che raccontiamo la nostra giornata e mia sorella al telefono a guardare Instagram.
Prima di andare a dormire preparo lo zaino e, finalmente, mi infilo sotto le lenzuola pulite e metto fine a questa sfiancante giornata.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Federica Tassi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

CASA MIA

Appena entro sento un buon profumo di lavanda e il calore dei termosifoni accesi che mi riscalda.

Davanti alla porta d’ingresso c’è la sala da pranzo con la TV, il divano e un grande tavolo di vetro; a destra, invece, c’è la cucina, che è molto piccola.

Alla mia sinistra c’è un corridoio stretto con davanti il bagno, a destra camera mia e di mio fratello, a sinistra la camera dei miei genitori.

In ogni stanza c’è, come minimo, una grande finestra con i vetri molto doppi che attutiscono i rumori. Nonostante ciò, spesso la notte si sente un cane che abbaia, probabilmente perché viene lasciato solo, e quindi ogni tanto faccio fatica a dormire.
I nostri vicini lavorano in edicola e spesso vengono a trovarci per regalare qualche rivista a me e a mio fratello.

Ultimamente, mi sono accorta che durante i giorni festivi, quando invitiamo i nostri parenti a casa, l’ambiente si modifica: decoriamo tutta casa, apparecchiamo la tavola elegantemente e puliamo praticamente ovunque! Quasi non sembra più casa nostra!
La mia è una casa piccolina, ma per me è molto accogliente e confortevole.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Elena Quiros III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Sento

Si entra da una porta di legno, che qualche volta scricchiola.

La prima cosa che si vede è un mobiletto con un vasetto pieno di centesimi sopra.
Sento il rumore della porta che si chiude, sento l’odore dei miei cani.
Noto il contrasto tra caldo e freddo che c’è tra il pianerottolo del condominio e il mio appartamento: a casa mia fa molto più caldo!
Sento l’odore del cibo che prepara mia madre, il rumore dell’acqua che bolle e delle pentole che sbattono sui fornelli.
Sento il vento, che arriva dalla porta finestra aperta della sala, sfiorarmi i capelli e mi passa vicino l’orecchio come se mi sussurrasse qualcosa, il silenzio.
Sento il rumore delle ciotole dei miei cani che strisciando sul pavimento creano frastuono.
Sento il rumore dei piatti di ceramica che sbattono sul tavolo di vetro.
Finito di mangiare mi siedo sulla poltrona di fronte alla tv per guardare i miei programmi preferiti. Prendo in mano il telecomando, è leggermente freddo.
La tv si accende e posso trascorrere un’ora di assoluto relax.
Più tardi, il dovere mi chiama e mi metto seduta alla scrivania per fare i miei compiti.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”
Morgana Canevazzi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

La mia casa a Natale

Un giorno come tanti.

Per entrare nella mia casa si deve percorrere una stradina grigia a un angolo di via San Donato, bisogna riuscire ad aprire la porta di un cancello mezza distrutta dal terremoto, percorrere un bel giardino che, tra diversi alberi, ha pure una palma che a dicembre viene addobbata di luci natalizie; bisogna aprire una doppia porta gialla, cercare di non scivolare sulle scale appena pulite e, infine, aprire il portone quasi blindato del mio appartamento. Appena lo apri, sei avvolto da un odore di cavoli che mio fratello sta già mangiando seduto al tavolo in cucina.

Subito si nota l’albero di Natale altissimo con accecanti luci bianche e il quadro di un clown che da piccolo mi faceva paura.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Riccardo Marchesini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Il colore è rosso

Il colore del mio condominio è rosso: rossa è la recinzione che lo circonda e rossi sono i mattoni. Entro, aprendo il cancello cigolante, è un po’ vecchio e malandato. Ma ciò che attira la mia attenzione è il giardino che si trova subito oltre il cancello.

Spesso vado a controllare alcuni fiori bianchi e viola che si trovano in fondo alla piccola distesa verde, perché sono stati piantati nell’anno in cui sono nata e perciò sono molto importanti per me. Dopo aver ammirato il giardino entro nell’ampio atrio, che nel periodo natalizio si arricchisce di un bellissimo e luminoso albero di Natale decorato da alcuni condomini.
Nonostante un comodo ascensore io preferisco fare le scale a piedi. E subito mi accoglie un confortevole calore e l’odore di pasta al ragù che proviene dai vari appartamenti. È ora di pranzo e i miei vicini sono a tavola.
Salendo le scale si sentono i pianti dell’ultimo nato del palazzo, e andando ancora un po’ su si sentono gli unici due cani del condominio che abbaiano. Appena arrivata nel mio appartamento, saluto mio fratello con un urlo perchè ha sempre le cuffie nelle orecchie.
I condomini sono tutti molto socievoli e qualcuno un po’ stravagante, ad esempio il signore che abita al secondo piano canta in continuazione.

Ricordo che la notte del 31 dicembre di qualche anno fa la passammo aiutando alcune persone bloccate in ascensore per poi festeggiare tutti insieme.

“Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Stefania Billi III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

Che casetta la mia casetta

Appena entrata, superando la porta marrone chiaro, si sentono delle voci o la tv. A destra c’è un corridoio stretto per via dei mobili. Facendo pochi passi puoi trovare la porta del bagno sempre profumato con uno specchio enorme dove mia sorella si mette ogni giorno le lenti a contatto. Accanto alla porta del bagno c’è la camera dei miei genitori con un letto, un armadio enorme e di fronte a questo una scrivania con una stampante e un computer. Attraversando il corridoio striminzito c’è il soggiorno con il balcone sempre aperto, nel salotto c’è un tavolo, il divano e la tv, poi c’è la cucina con i mobili, i fornelli, e il frigo; infine c’è la mia cameretta con il mio letto e quello di mia sorella, molti mobili tra cui una scrivania e la tv.
Devo ammettere che non mi piace molto questa casa, preferisco quella della Calabria.

Esercitazioni di storytelling sul tema “La mia casa”

Claudia Bianco III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale

La casa di mattoni rossi

Oggi, come tutti i giorni, dopo la scuola, sono tornato a casa in autobus.

Appena sceso alla fermata vedo davanti a me il mio condominio costruito in mattoni rossi che danno un senso di calore e accoglienza. Tolgo lo zaino dalle spalle e cerco per 5 minuti le chiavi al suo interno, che ovviamente si trovano sul fondo e quindi sono obbligato a estrarre tutti i libri per poterle prendere. Ogni tanto mi capita di incontrare alcuni dei miei vicini, li saluto e loro con poca voglia rispondono con un semplice cenno della testa abbastanza svogliato o un sorriso un po’ stanco.

Siccome non ho tanta voglia di aspettare l’ascensore decido di salire le scale fino ad arrivare al terzo piano, dove si trova il mio appartamento. Con le fatidiche chiavi che ho riposto saggiamente nella tasca apro il cancello e successivamente il portone.

Appena entrato devo, come sempre, correre in bagno. Nella mia casa ci sono due bagni, uno grande ed uno piccolo, quest’ultimo è il mio preferito non so bene il perché ma al suo interno mi sento molto più a mio agio. Sarà forse per i suoi colori, per i quadri appesi alla parete, per lo specchio enorme o per il tepore che si trova al suo interno il motivo per cui mi piace questo ambiente della mia casa.

Dopo circa dieci minuti esco dal bagno e mi reco in cucina, che è collegata al salotto. In cucina metto a bollire l’acqua e nel frattempo vado in camere mia, io la adoro. E’ abbastanza grande con le pareti bianche, grandi finestre che lasciano entrare molta luce, una scrivania, due letti molto comodi e un canestro attaccato all’armadio, con cui io e mio fratello ci divertiamo un sacco a giocare! Insomma in camera mia c’è tutto quello di cui necessito per vivere.

Dopo aver guardato un po’ di video su YouTube torno in cucina, a destra dei fornelli si trova la dispensa, spesso piuttosto disordinata, da cui prendo la pasta e la metto all’interno del pentolino che contiene l’acqua bollente.

Successivamente vado in salotto dove si trova la televisione, prendo il telecomando, mi siedo sul divano, soffice e comodo, e accendo la TV. Dopo nove minuti, mi alzo dal divano e vado in cucina a scolare e a condire la pasta, mentre aspetto che si raffreddi apparecchio la tavola che si trova al centro della stanza.

Dopo mangiato sparecchio tutto e vado un po’ sul letto per riposare e ascoltare la musica con le mie nuove cuffie bluetooth bianche fino a quando non arriverà mia mamma che mi accompagnerà ad allenamento.

Nel silenzio della casa posso sentire i vicini del piano di sotto discutere animatamente, il mio gatto sgranocchiare i suoi croccantini e il ragazzo che occupa l’appartamento sopra il nostro ascoltare la musica e tenere il tempo sbattendo i piedi sul pavimento.

Esercitazioni di storytelling sul tema  “La mia casa”

Alessandro Benini III D Scuola Secondaria di I grado “F. Besta” per progetto “Gandusio Comunità responsabile” sostenuto dal Quartiere San Donato San Vitale con Bando LFA 2018 Coesione Sociale