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Video “Salta gli stereotipi e indossa le storie dell’altro”

Per la campagna “Diverso da chi?“, la classe I E della Scuola secondaria di I grado Guinizelli Carracci di Bologna ha realizzato tre video spot per superare gli stereotipi nei confronti di donne, gay e lesbiche, immigrati.

Tre storie per imparare a superare i pregiudizi e ad indossare le storie dell’altro.

Buona visione

Diverso da chi? Salta gli stereotipi su gay e lesbiche

Diverso da chi? Salta gli stereotipi sulle le donne

Diverso da chi? Salta la discriminazione verso gli immigrati

Questi video sono stati realizzati all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” sostenuto dalla Regione Emilia Romagna annualità 2017.Regione Emilia Romagna

Diverso da chi? I nostri sloogan

Diverso da chi?

Disabilità

“Scemo” “Non vali niente”

Basta discriminazioni: siamo tutti uguali nonostante le differenze”

(Luca P., Bianca, Anna Laura, Luca L. allievi della classe I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

Nel mondo siamo tutti diversi, come in un pianoforte ci sono tasti bianchi e neri, ma se li suoniamo tutti insieme, formiamo una melodia bellissima.

(Erin,  allievo della I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

viva l’uguaglianza

L’amicizia non ha un colore

(Gruppo allievi I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

ricchi e poveri sono di specie diverse?

No!

Tutti dobbiamo avere le stesse possibilità

(Pietro, Lucia, Antonio allievi della I F Scuola Rolandino)

 

Malata? Diverso da chi?

Letizia è una donna che sta affrontando un momento difficile della sua vita, ha scoperto una malattia, il cancro al seno. Lei affronta la vita come prima, ma si sente diversa e gli altri la fanno sentire diversa per gli effetti delle cure.

Lei ha superato la malattia con la gioia e la felicità, le persone care si sono stretti a lei facendola sentire come loro.

Ognuna è unica! Anche la malattia ti rende speciale per la forza che ha fatto nascere in te per saltare oltre gli ostacoli!

Campagna “Diverso da chi?”

Elaborato di allievi e allieve della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna.

Laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” sostenuto da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

 

UN MONDO EQUIVALENTE

Nel 2025, una ragazza di nome Anna raccontò una storia sugli stereotipi.

Il 24 marzo 2017 una bambina di nome Chiara stava andando a scuola, arrivata in classe, la professoressa chiese agli alunni che lavoro volevano fare.

Gli alunni maschi  risposero  di voler fare i calciatori, i piloti, i poliziotti…

Dopo arrivò il turno delle femmine e loro risposero di desiderare di diventare ballerine, ginnaste, acrobate…

Chiara però rispose di voler diventare un chirurgo e alla sua risposta tutti si misero a ridere dicendo che era un lavoro da maschi.

Adesso nell’anno 2025 finalmente abbiamo capito che un mondo senza discriminazioni è molto meglio e non c’è bisogno di distinguere maschi o femmine.

Siamo tutti uguali nonostante le differenze di genere.

 

Elaborato di Beatrice, studentessa della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

 

Forza e debolezza il sesso non c’entra

Siamo partiti analizzando le pubblicità sui giornali e le riviste. Abbiamo pensato che occorra rovesciare lo stereotipo che vede le donne associate alla debolezza e l’uomo alla forza.

Possono esserci uomini che piangono, che fanno il bucato, che leggono poesie e donne forti, che fanno lavori pesanti, che sanno guidare un’azienda.

La forza e la debolezza non sono questioni legate al sesso.

 

Elaborato di allievi della classe II C della Scuola Secondaria di I grado Gandino, Bologna per la campagna “Diverso da chi?” nell’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, annualità 2017

Ribaltiamo gli stereotipi

I Bulli? se ti prendono in giro non sono tuoi amici

se ti picchia non ti ama

se ti picchia non ti ama

 

Cartelloni realizzati dalla II C delle Scuole Gandino per ragionare sul possibile rovesciamento degli stereotipi di genere

Elaborato di allievi della classe II C della Scuola Secondaria di I grado Gandino, Bologna per la campagna “Diverso da chi?” nell’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, annualità 2017

Lo stupro

Lo stupro

Le ragazze non sono libere

Abbiamo riflettuto sul tema degli stupri dopo le serate in discoteca.

Abbiamo ragionato sui dati che segnalano come le violenze sulle donne sono per la maggior parte agite da parte di fidanzati, mariti, ex e non da parte di sconosciuti.

Le donne spesso vengono trattate come oggetti anzichè come esseri umani.

 

Elaborato di allievi della classe II C della Scuola Secondaria di I grado Gandino, Bologna per la  campagna “Diverso da chi?” nell’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, annualità 2017

Diverso da chi? Nessuno è uguale

Tutti siamo diversi, nessuno è uguale. Questo lo possiamo capire anche da come ci vestiamo o come ci comportiamo.

Prendiamo le diversità tra una donna e un uomo.

Le donne, ad esempio, tradizionalmente, puliscono, stirano, cucinano e fanno i lavori domestici, mentre gli uomini lavorano nei cantieri, nei campi e fanno lavori che si pensa che le donne non abbiano la forza di fare.

Alcune persone non hanno capito che le donne possono fare ciò che vogliono, e non è questione di forza fisica, ma di carattere.

Il fatto che le donne debbano fare i lavori domestici, che nello sport non siano brave, o adatte a certi lavori, sono degli stereotipi che si sono cementati col tempo nel pensiero della gente.

La speranza è l’ultima a morire e infatti abbiamo fatto molti progressi anche nel nostro Paese, come ad esempio qualche anno fa è andata nello spazio la prima astronauta italiana.

Le donne devono combattere ancora, ma sono forti e questa lotta un giorno giungerà alla fine e speriamo che i risultati si notino e che la battaglia che le donne hanno fatto rimanga impressa nella memoria.

Qualche giorno fa c’è arrivata una testimonianza di una giovane sposata con un ragazzo conosciuto al liceo…  ve la riportiamo come ci è giunta.

“Io e Francesco ci siamo conosciuti al liceo ed è stato amore a prima vista, o almeno così mi fece credere. Ci sposammo e da quel momento cominciò ad essere violento. Quando  stavo per uscire con le amiche mio marito mi guardava la scollatura e mi dava uno schiaffo ordinandomi di cambiarmi. Mi diceva “sei brutta, stai male vestita così”.

Le violenze non finirono mai, anzi peggiorarono sempre più.

Un giorno, dopo essere stata minacciata di morte, mi sono decisa a raccontare tutto. Non potevo più tacere.”

 

Elaborato di Allieve e Allievi della classe III C della Scuola Secondaria di I grado Gandino di Bologna.

Campagna “Diverso da chi?” all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto da Regione Emilia Romagna annualità 2017.

Le differenze dei singoli nel mondo

Caso Rhoingya

Jaffar- 13 anni- Nord Birmania- Villaggio Rhoingya

E’ successo proprio ieri, io e la mia famiglia, abbiamo abbandonato il nostro villaggio come pochi altri superstiti del genocidio commesso dall’esercito nazionale birmano da cui invece dovremmo sentirci protetti indipendentemente dalle nostre origini e culture.

Ora siamo in viaggio verso il Bangladesh, stiamo attraversando situazioni ambientali e climatiche difficili per raggiungere lanostra destinazione: un luogo in cui non ci siano discriminazioni, in attesa che in Birmania torni la tranquillità.

In mezzo a tutto ciò, la nostra presidentessa Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, non è intervenuta minimamente per fermare le violenze.

Manca poco all’arrivo.

Speriamo che i capi di stato prendano provvedimento per evitare che questa discriminazione verso il nostro popolo continui.

La diversità è una cosa bella del mondo, non deve trasformarsi in disprezzo o discriminazione.

Elaborato di allievi della classe III C della Scuola Secondaria di I grado Gandino, Bologna.

Campagna “Diverso da chi?” nll’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, annualità 2017

Diverso da chi? La nostra risposta alle discriminazioni

La nostra risposta a chi discrimina le donne è che nessuno è diverso da nessuno.

Lo diciamo con una storia:

C’era una volta una ragazza di nome Stefania che venne violentata. Lei non disse niente per due anni, finchè non morì. Però aveva scritto la storia di quei due ultimi anni in un diario che suo marito trovò, lesse e portò alla polizia riuscendo a denunciare l’uomo che aveva violentato sua moglie.

La violenza sulle donne è sbagliata e bisogna combattere per la parità tra i sessi.

In classe abbiamo anche parlato di pubblicità sessiste, in cui ci sono stereotipi molto rilevanti.

Molte persone pensano che le discriminazioni non esistano più, ma così non è, abbiamo scoperto o riscoperto che le discriminazioni esistono tutt’ora.

 

Allievi e allieve della classe III C Scuola Secondaria di I Grado Gandino, Bologna.

Campagna “Diverso da chi?” all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Annualità 2017