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Diverso da chi?

Oggi, quando siamo entrati in classe, ci hanno posto un interrogativo: “Diverso da chi?” e subito ci è venuto in mente “perché dovremmo essere diverse?” ma soprattutto “qual è la diversità che ci divide?”.

Noi, due ragazzine di tredici anni, che frequentiamo la terza media in una scuola pubblica di Bologna, ci siamo poste queste domande.

Proprio l’ altro giorno ci hanno chiesto quale scuola vorremmo fare finita la terza media. La nostra risposta è stata che non lo sapevamo ancora molto bene e che saremmo andate a vedere un istituto tecnico il giorno seguente. La risposta del nostro amico è stata scettica e dubbiosa: “voi due? Un tecnico? Ma siete ragazze!”.

Noi due sentendoci un po’ offese, gli abbiamo risposto con orgoglio e decisione: “innanzitutto, non è una scelta definitiva, e poi, anche se fosse, non significa niente essere ragazze!”.

Lui con quel suo irritante modo di fare, rispose di no, girò sui tacchi e se ne andò. Noi un po’ stupite per la sua sfacciataggine e un po’ ferite nell’orgoglio perché non è vero che a tutte le ragazze non piaccia sporcarsi le mani.
Questo episodio ci ha fatto pensare. Ed è questa la domanda che vi lanciamo: “quando che è nata questa diversità? perché? e qual è? ma soprattutto perché una ragazza non si può sporcare le mani?”

Istituto medie Gandino 3^C Bologna 26 Novembre 2017

E.F. A. G.

Progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” di Ass. Youkali e Tavola delle donne con il contributo di Regione Emilia Romagna, annualità 2017

Gennaio 2070

Cammino per il centro storico di Bologna. Vedevo le donne che vanno a lavorare nei cantieri in bicicletta, con i pantaloni macchiati di vernice e le scarpe robuste da muratore.

Gli uomini che vanno al supermercato a fare la spesa e escono con le borse piene, per tornare a casa a cucinare il pranzo per i figli, o che accompagno i loro bambini a scuola.

So che mentre questi mariti cucinano, stirano e cambiano i pannolini, le loro mogli sono stese sul divano a leggere, oppure discutono al telefono di affari.

Penso ai miei nonni e a quello che mi raccontano del passato: un mondo in cui l’uomo e la donna erano due personalità ben distinte fra loro, che svolgevano attività stabilite dalla società ed erano divisi secondo precisi stereotipi.

Vedo che ancora mio nonno e mia nonna sono abituati a queste antiche tradizioni, secondo le quali la donna è confinata in casa a pulire, a cucinare, ad occuparsi degli altri, mentre l’uomo è fuori a lavorare.

Che strano mondo che deve essere stato! Mio nonno neanche sbuccia il mandarino dopo pranzo, glielo fa mia nonna, e alla mattina non si scalda nemmeno il latte, è tutto pronto in tavola, e lui non deve fare altro che mangiare, alzarsi, mettersi se scarpe e uscire …

E mia nonna a volte neanche sa dove va, perché lui non si sente in dovere di dirlo, e poi spesso arriva in ritardo a pranzo, perché tanto, mia nonna lo aspetta…

(Elaborato della studentessa G.B. della III C della Scuola Secondaria di I Grado Gandino di Bologna nell’ambito del laboratorio “Robe da maschi e robe da femmine” del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere di Youkali e Tavola delle donne con il contributo di Regione Emilia Romagna, annualità 2017)

Portiamo a scuola la comunicazione di genere 2

Un nuovo corso di formazione gratuito per adulti di 70 ore; 4 seminari sullo stalking, 8 laboratori da realizzare in Scuole e Centri giovanili  di Bologna per prevenire forme di violenza e abuso e vincere gli stereotipi di genere

L’Associazione Culturale Youkali insieme a Tavola delle donne sulla violenza e la sicurezza nella città, UDI Bologna e al Circolo Arci Guernelli di Bologna, con la collaborazione di Radio Città Fujiko e di AICS, hanno ottenuto un finanziamento di 7.500 euro dalla Regione Emilia Romagna tramite il bando volto alla  promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere sulle annualità 2016/2017 ed è in attesa di un sostegno di 14.000 euro dalla Tavola Valdese tramite il bando 2016 per l’assegnazione dei fondi dell’8 x 1000 per realizzare il progetto Portiamo a scuola la comunicazione di genere 2.

In continuità con il progetto chiuso il 31 dicembre 2016, Portiamo a scuola la comunicazione di genere 2  intende diffondere nell’ambito scolastico e dei centri di aggregazione giovanile di Bologna, azioni di empowerment relative alla consapevolezza della convivenza tra i generi attraverso l’elaborazione creativa del tema utilizzando gli strumenti della comunicazione massmediatica quali la radio, il web, i giornali (off e on line) per catturare l’attenzione dei giovani allievi rendendoli al contempo protagonisti attivi nel riconoscere e individuare forme attive e creattive di gestione dei conflitti, in particolare di genere.

Mentre i formatori perseguiranno l’obiettivo primario di consentire ai ragazzi partecipanti ai laboratori scolastici di essere in grado di riconoscere i propri e altrui pregiudizi e stereotipi legati al genere e di acquisire sicurezza nell’uso di un linguaggio sessuato, specialmente quando si parla di professioni al femminile, al contempo promuoveranno la piena partecipazione dei giovani alla vita democratica  cittadina, fornendo strumenti per l’acquisizione di competenze inerenti il funzionamento del linguaggio dei media.

I laboratori scolastici  attivati nel 2016, così come i nuovi laboratori che a breve verranno realizzati negli istituti scolastici che ne faranno richiesta, mirano in ultima analisi a incentivare l’innovazione sociale anche attraverso l’autonoma formazione tramite l’utilizzo di piattaforme e ambienti digitali, software liberi e open source.  La diffusione dei risultati dei laboratori tramite il blog Mediaalloscoperto.it e la pagina facebook dedicata al progetto (Portiamo a scuola la comunicazione di genere), consente ai giovani partecipanti di attivare una formazione tra pari agendo essi stessi da moltiplicatori dei risultati.

Il 13 marzo 2017 verrà avviato un nuovo corso di formazione per adulti di 70 ore che si terrà a Bologna presso il Circolo Arci Guernelli di V. Gandusio 6 per realizzare il quale  l’Associazione Culturale Youkali si avvarrà della stretta collaborazione di esperte dell’Associazione Tavola delle donne sulla violenza e la sicurezza nella città e di UDI sezione di Bologna, come anche di giornalisti e blogger.

Il Corso di formazione sarà, come il precedente, diviso in due parti: Riconoscere e prevenire le forme di violenza e abuso nelle relazioni di genere e Comunicazione di genere.

I volontari ammessi alla formazione saranno scelti tra:  studenti universitari, giovani sotto i 35 anni in cerca di occupazione, disoccupati di lungo corso (in particolare over 45), in cerca di riqualificazione, onde offrire loro occasione di specializzarsi e/o riqualificarsi nel campo della comunicazione sociale. Si preferiranno candidati con formazione umanistica.

Attraverso la formazione degli adulti intendiamo porre le basi per la realizzazione di nuovi progetti all’interno delle scuole che uniscano la tematica della gestione del conflitto, con la produzione di spot, video, radiodrammi, articoli giornalistici, spettacoli teatrali.

Grazie al personale già formato nel corso della prima edizione del progetto, sostenuto da Tavola Valdese, tra ottobre e novembre 2016, sono già stati realizzati 2 laboratori scolastici presso la Scuola secondaria di I grado di Sant’Agata Bolognese e, grazie ai finanziamenti regionali, altri 2 laboratori gratuiti di 8 ore sui temi dello smascheramento degli stereotipi di genere verranno realizzati entro maggio  2017 in altri Istituti Secondari di I e II grado di Bologna e Provincia che ne faranno richiesta. E’ prevista inoltre l’attivazione di 4 seminari di 2 ore sullo stalking che saranno tenuti dall’Avvocata Nicoletta Macrì di Tavola delle donne.

A beneficiare del nuovo progetto, così come nel corso della prima edizione, non sono solo gli studenti delle Scuole Secondarie di I e II grado, ma gli stessi volontari in gran parte giovani o disoccupati di lungo corso che, attraverso il percorso di formazione, acquisiscono nuove competenze. Conclusa la formazione, ai corsisti viene offerta l’occasione di una sorta di tirocinio con un rimborso orario, durante il quale sperimentare immediatamente le strategie definite nel workshop finale confrontandosi con una classe di  giovanissimi sotto la supervisione dei tutor esperti.

Qualora il progetto riceva,  a settembre 2017, un sostegno dai fondi dell’8x 1000 della Tavola Valdese, verrà completata la formazione degli adulti con i moduli laboratoriali previsti tra settembre e novembre 2017; verranno realizzati altri 2 laboratori di 10 ore presso centri giovanili; un laboratorio teatrale di 20 ore e altri 3 laboratori di 8 ore su tematiche di genere presso istituti scolastici che si renderanno disponibili ad accoglierli.

Già nel 2016 è stata attivata una Palestra digitale, attraverso il sito web Mediaalloscoperto.it, per la condivisione dei materiali e buone pratiche prodotte sia dai formatori volontari che vanno nelle scuole, che dagli allievi degli Istituti Scolastici e centri giovanili. La palestra digitale attualmente bisognosa di implementazione, è un utile strumento per tenere traccia delle esperienze formative.

E’ prevista anche un’azione di valutazione trasversale all’intero progetto che consentirà  aggiustamenti in itinere della progettualità, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

A breve verrà attivata una campagna di crowdfunding per sostenere il progetto dal basso assicurando i finanziamenti necessari al suo completamento anche nella peggiore delle ipotesi che i co- finanziamenti richiesti non vengano accordati. Il crowdfunding consentirà a chiunque creda nelle metodologie attivate dalle associazioni proponenti, di donare anche pochi euro perché possa essere portata avanti la necessaria campagna contro gli stereotipi di genere partendo dall’educazione dei più piccoli.

Contatti: mediaalloscoperto@youkali.it tel 3334774139/ 0518493013

Scarica qui il Calendario completo corso di formazione 2017

Sant’Agata Bolognese: da noi divertirsi è “un gioco da ragazzi”

Reportage realizzato dai ragazzi della 2B della scuola media Mazzini di Sant’Agata Bolognese nell’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere“:

Robe da maschi e robe da femmine.

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A Sant’Agata Bolognese ci sono molti posti dove i ragazzi si ritrovano a giocare ad esempio: al parco della mezza luna, alla baracchina e al campo della parrocchia con Robbi, un signore molto gentile e simpatico che ha creato un “servizio” di intrattenimento per i ragazzi a titolo volontario. Di solito nei parchi si gioca a molte cose come: calcio, si va sulle altalene e sugli scivoli. Invece con Robbi si va con il pulmino in un piccolo spazio dove si fanno diversi giochi di gruppo, poi verso sera ci si raduna e si gioca a ping-pong e dopo qualche partita si mangia la pizza e si chiacchiera fino a ora di tornare a casa.

Noi ragazzi e ragazze svolgiamo poi altre attività diverse da quelle fatte nel parco con Robbi, tipo giocare col telefono e andare a fare giri in bici e in skateboard. A Sant’Agata, alla nostra età, dodici tredici anni, è molto difficile trovare ragazzi e ragazze tutti riuniti insieme mentre è molto facile trovare le ragazze che si fanno le foto con i cellulari e i ragazzi che invece giocano con il telefono, fanno giri in bici e brutte cadute andando in skateboard.

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Fortunatamente qui a Sant’Agata Bolognese c’è la possibilità di praticare diversi sport tra cui tennis, calcio, basket, pallavolo, atletica, diversi tipi di arti marziali, pattinaggio e rugby. Insomma ce n’è per tutti i gusti. Ogni tanto vengono organizzate le feste di paese durante le quali cantanti e gruppi di ragazze e ragazzi suonano.

Alle volte ci piace immaginare nel centro del paese un palazzo a più piani con una biblioteca, una sala per i videogiochi e delle poltrone comode per poter studiare in tranquillità e godere del tempo libero in totale relax e piacevolezza.

 

Robe da maschi e robe da femmine un video per vincere gli stereotipi di genere

La classe II A della Scuola Secondaria di I grado  Mazzini di Sant’Agata Bolognese al termine del laboratorio “Robe da maschi e robe da femmine” ha realizzato uno spot contro gli stereotipi di genere per raccontare tutto quello che le donne possono fare nella vita nonostante i pregiudizi che spesso ritengono alcune professioni o attività riservate solo agli uomini e per dire che anche sugli uomini ci sono tanti pregiudizi da smascherare.

I ragazzi hanno pensato a cosa le donne sognano di fare da grandi, a cosa possono aspirare nella vita; le ragazze hanno provato a immaginare cosa desidera un uomo per sè e per la propria famiglia. Tutti insieme abbiamo scoperto poi che uomini e donne in fondo hanno un grande desiderio comune: essere felici.

Guarda il video della II A della Scuola Mazzini di Sant’Agata Bolognese:

Riprese e montaggio di Amos Rebeschini, coordinatrice progetto Simona Sagone

A scuola di video con “Portiamo a scuola la comunicazione di genere

Il gruppo di allievi e allieve del Corso di formazione per adulti “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” al termine del breve corso di videogiornalismo tenutosi nel mese di aprile 2016,  ha realizzato uno spot a sfondo sociale che mira a valutare la complessità del fenomeno della violenza perpetrata sulle donne da mariti, fidanzati, padri o fratelli.

La violenza non è solo fisica, non ci sono solo botte, lividi evidenti. Talora ci sono tante ferite non visibili per una violenza psicologica, economica, per il controllo esercitato dagli uomini della famiglia sulle donne.

Lo spot mira alla presa di coscienza sia da parte delle donne che degli uomini della necessità di un atto di libertà: dell’uomo che rispetti la libertà femminile e delle donne che decidano di prendersi la propria libertà.

Il video, brevissimo può essere guardato qui di seguito.