Il paese di Tintaunita e i colori dell’uguaglianza. La storia di quattro amiche diverse ma uguali
Introduzione
Lo stereotipo è il giudizio che viene dato ad una persona senza conoscerne le qualità e le capacità e pensare che non possa meritare amicizia e rispetto solamente perché è maschio o femmina, perché viene da un altro Paese, oppure per il suo aspetto esteriore o perché prega un Dio diverso dal nostro. Spesso vengono dati stereotipi inutili anche a luoghi, culture, religioni, convinti che siano la causa dei problemi del mondo.
Se gli stereotipi non fossero mai esistiti, sicuramente tante guerre e tanti problemi sociali non ci sarebbero mai stati e non ci sarebbero ancora oggi; insomma, un mondo senza pregiudizi o stereotipi ci permetterebbe di vivere meglio e di crescere con il pensiero che vivere è bello.
Il mondo che vorrei, nel mio pensiero di ragazzo, sarebbe quello di veder vivere tutte le persone insieme senza che debbano preoccuparsi di come apparire agli occhi degli altri, ma semplicemente essere come esattamente ognuno di noi è.
Il Paese di Tintaunita e i colori dell’uguaglianza.
La storia di quattro amiche diverse ma uguali
Anna, Laura, Alice e Chiara sono quattro amiche, frequentano la scuola e hanno tanti sogni che vorrebbero realizzare. Anna vorrebbe studiare lingue per poter viaggiare, conoscere tanta gente di culture diverse; Laura vorrebbe fare la cuoca perché le piace cucinare e mangiare i cibi di tutti i Paesi del mondo; Alice, invece, vorrebbe fare un lavoro che le permetta di aiutare la sua piccola città, pronta a lottare per i diritti di tutti e poi c’è Chiara, che ama molto i bambini, le piace studiare e vorrebbe fare l’insegnante perché dice che è bello conoscere e far conoscere agli altri.
Vivono in un piccolo paese dove tutti si salutano e sorridono! Il fornaio passa ogni mattina a consegnare il pane a casa, i supermercati non esistono, ma c’è la bottega della signora Maria che vende il prosciutto e il formaggio buono, un posto dove le persone si incontrano per fare la spesa e chiacchierare un po’e poi c’è il giornalaio che tutti i giorni vende notizie allegre e divertenti a chi le vuole leggere.
Le guerre? Il cellulare? Il computer? Il tablet? Ma cosa sono? Nessuno nel paese Tintaunita sa che cosa sono e a nessuno interessa conoscerle queste parole così strane, semplicemente perché sono felici. Le quattro amiche si divertono ad incontrarsi nella grande libreria della signora Paola per comprare ogni tanto un libro da leggere e scambiarselo tra loro, ridono e si prendono in giro per i gusti diversi di lettura che ognuna di loro ha: ad Anna piace sognare e ama le storie d’amore; a Laura piace leggere i libri di storia, Chiara invece preferisce i racconti per i più piccoli e Alice ha un interesse incredibile verso qualsiasi lettura, basta leggere!
Laura: “Sapete ragazze quando leggo la storia, mi capita di pensare a come sarà il nostro futuro, a voi non capita mai di pensarci?”
Chiara: “Ma certo sicuramente! A me piacerebbe insegnare e penso a come saranno i bambini del domani. Chissà se saranno contenti di ascoltare ciò che vorrei tanto insegnare? Alice, ma tu cosa vorresti fare se avrai un futuro da Sindaco di Tintaunita?”
Alice: “Vorrei cambiare tante cose, ma sinceramente ho ancora molto da imparare e da conoscere e per adesso preferisco ascoltare e nel mio futuro deciderò poi cosa fare. Forse mi piacerebbe creare nuove aree verdi per le persone, mi piacerebbe che i bambini potessero raccontare le loro idee per aiutare i grandi a rendere più comodo e allegro il paese, organizzare cene e balli per far divertire le famiglie, sarebbe un modo per parlare tutti di più tra di noi.”
Anna: “Ma è fantastico! Ma il mondo corre e chissà se noi saremo come siamo adesso oppure se vivremo in un’altra parte del mondo, non riesco proprio a pensarci.”
Alice: “Che importa! Sai Anna, io penso che potremo anche essere lontane, vivere in America, in Australia o in qualunque altro Paese del mondo, ma essere sempre vicine. Ricordate ragazze, siamo noi e per noi intendo tutti gli uomini, che facciamo la differenza e non importa di quale colore siamo o dove viviamo, perché il tetto della vita è uno solo per tutti ed è quello che ci rende uguali, anche se le bandiere sono diverse.”
Qui, nel paese Tintaunita le auto non ci sono, tutti si muovono in bicicletta o a piedi, ci sono splendidi prati verdi dove le persone si incontrano per chiacchierare sulle panchine, i bambini e le bambine giocano al pallone, le ragazze e i ragazzi si siedono sull’erba verde e profumata raccontandosi qualche piccolo segreto e i genitori passeggiano nei vialetti pensando a cosa organizzare per la domenica.
Nel paese Tintaunita, pregare è un momento di silenzio e di riflessione per ascoltare e condividere ciò che è scritto nella propria religione e finita la preghiera, insieme si ritrovano a pranzare mangiando tante buone cose e bevendo allegramente del buon vino. Qui a Tintaunita tutti sono felici!
Ma cosa c’è di strano? Qui nessuno ti chiede perché non hai l’ultimo modello di cellulare, se hai il vestito o le scarpe che costano poco o tanto, se sei magro oppure con qualche chilo in più, se porti gli occhiali o se sei un po’ meno fortunato perché sei disabile, se sei ricco oppure povero, tutti sono contenti di esserci, si aiutano e vogliono aiutare.
A Tintaunita nessuno vuole un amico da schermo, ma vederlo negli occhi, le persone devono avere un tetto dove dormire e vivere senza fame, tutti quanti devono poter ridere e sognare, studiare non è una noia o una perdita di tempo, ma semplicemente un modo per poter imparare a conoscere un mondo che non ci conosce e che noi ancora non conosciamo, dove le parole più importanti sono: amicizia, uguaglianza, diritto e rispetto. Essere felici è un diritto! Questo è il mondo che vorrei.
di Lorenzo Mora, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.