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IL MIO MONDO SENZA STEREOTIPI

Un po’ di tempo fa mia sorella trovò un quaderno scritto da me, dove c’era scritto come sarebbe stato il mio mondo senza stereotipi, che sarebbe stato così: le persone con difficoltà fisiche o di altro tipo non sarebbero mai state giudicate per come sono fatte. Ci sarebbe stata una legge, che diceva che, chi offendeva una persona con difficoltà, sarebbe stato denunciato, per fargli imparare la lezione.
Il mio mondo senza stereotipi sarebbe così e a me piacerebbe un sacco vivere in un mondo del genere!
Ecco la mia storia: un giorno io vidi una ragazza disabile che veniva presa in giro e insultata da un altro ragazzo per come era; io allora mi avvicinai e dissi al ragazzo di smetterla, perchè la ragazza non aveva fatto niente di male e non c’era motivo per prendersela con lei.
Da quel giorno il ragazzo capì che siamo tutti uguali e la ragazza imparò a difendersi, per non farsi mai più trattare in quel modo.

 

di Giada, allieva della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

UN MONDO SENZA STEREOTIPI. Il sogno di Zoe

 

C’era una volta una ragazza di nome Zoe: aveva gli occhi e le sopracciglia marroni, i capelli castano scuro e si vestiva sempre sportiva. Un giorno a scuola incontrò il suo amico Francesco, un ragazzo molto simpatico che abitava vicino a casa di Zoe. La ragazza raccontò al suo amico un sogno che  aveva fatto: “Oggi ho sognato un mondo senza stereotipi!”

Francesco sorridendo rispose: “Wow! Sarebbe stupendo!”

Dopo scuola mentre i due amici tornavano a casa, incontrarono un’ anziana signora dall’aria triste. I due ragazzi si avvicinarono e le chiesero: “Scusi perché è triste?”. La signora  rispose: “Sono triste perché vorrei un mondo senza stereotipi”. Francesco disse a Zoe: “Ė come il tuo sogno!”

Zoe: “Ė vero hai ragione!”

La signora allora disse: “Voi potreste aiutarmi!”

“Come?”

“Voi siete giovani, potete cambiare il futuro”

“Ma noi non siamo capaci!”

“Ho un compito per voi.”

Al quel punto la donna portò i ragazzi in un campo pieno di tante scatole tutte sparse.

Francesco disse: “Ma cosa sono tutte quelle scatole?”

“Ecco ora vi spiego: immaginate che tutte queste scatole siano delle teste piene di stereotipi. Il vostro compito comincia adesso: dovete aprire una scatola ogni giorno, così ogni giorno libererete la testa di una persona per farla stare meglio.” Zoe provò ad aprire una scatola e usci un arcobaleno e la scatola diventò d’oro. I ragazzi  rimasero a bocca aperta e tutti contenti  ringraziarono la signora: “Grazie di averci dato l’opportunità di liberare il mondo dagli stereotipi, per noi è un sogno che si avvera.” Da quel giorno Zoe e Francesco dopo scuola andavano nel prato ad aprire scatole e a far star bene le persone.

 

di Gaia, allieva della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

Anna e Luca in un mondo senza stereotipi

Questa è la storia di due bambini di nome Anna e Luca nati in un’epoca senza stereotipi.

Nell’epoca di Anna e Luca, i colori rosa e azzurro non esistono e i bambini appena nati vengono vestiti tutti di bianco, senza alcuna differenza tra maschio e femmina.

A Luca e Anna vengono regalate sia delle bambole sia delle macchinine, in modo che ognuno possa scegliere con cosa giocare e, come vestiti, ricevono entrambi gonne e pantaloni.

Crescendo, ai due ragazzi vengono dati trucchi e gel per capelli per potersi sistemare come meglio si sentono prima di uscire.

Diventati adulti, Anna e Luca sanno che possono fare il lavoro che vogliono, amare chi vogliono, praticare lo sport e gli hobby che preferiscono, senza pensare al giudizio degli altri perché nel loro mondo non esistono gli stereotipi.

Anna e Luca alla fine di questa storia si sposano, lei lavora come muratore, lui sta a casa a fare le faccende e nel tempo libero ballano assieme.

di Emma, allieva della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

IL MONDO SENZA STEREOTIPI CHE VORREI

Avere uno stereotipo significa avere un’opinione su una persona senza conoscerla veramente, ma tramandata da altri nel corso della vita, quindi magari anche sbagliata.

Per esempio nella nostra società purtroppo c’è ancora chi pensa in modo razzista nei confronti delle persone di colore oppure degli omosessuali, o dei barboni o delle persone povere etc…, questi sono stereotipi.

Sarebbe bellissimo vivere in un mondo senza stereotipi, ma sono ancora molte le persone che nel 2020 ce li hanno e sono difficili da eliminare perché radicati (all’interno) nella nostra società.

Vivere senza stereotipi sarebbe semplice, infatti basterebbe cambiare il nostro modo di fare e di pensare, ma in realtà questo è pura utopia (sogno) perché in tanti anni non è  mai cambiato nulla.

Io vorrei alzarmi una mattina e vedere un mondo migliore di questo.

Vorrei che non ci fosse bullismo a scuola nei confronti dei ragazzi più deboli o timidi, vorrei che non ci fosse differenza tra etnie diverse, uomini e donne, poveri e ricchi e che tutti avessero pari opportunità di lavoro e di studio.

LA STORIA DI ANGELO

Questa è la storia di Angelo un ragazzino di undici anni che deve iscriversi in prima media . Angelo è nato con una malattia molto rara ed ha la faccia deformata. Non ama stare con gli altri ragazzi, perché ha paura dei loro sguardi soprattutto ora che a scuola ci sono anche i più grandi. Ma al primo giorno di scuola si rende conto che nessuno lo fissa, nessuno lo evita: ogni nuovo alunno si presenta ed inizia l’anno scolastico con nuovi amici. La sua faccia non lo preoccupa più.

Questo è un mondo senza stereotipi.  Questo è il mondo che vorrei.

 

di Edoardo, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

LA DISCRIMINAZIONE DELLE DONNE

PER ME UN MONDO SENZA STEREOTIPI SAREBBE BELLISSIMO. MAGARI ESISTESSERO DELLE CASE GIGANTI TUTTE COLORATE PER OSPITARE LE PERSONE MENO FORTUNATE (BARBONI \ SENZA TETTO).

LA DISCRIMINAZIONE DELLE DONNE:  Purtroppo ad oggi le donne hanno continuato ad essere oggetto di gravi discriminazioni.

Non trovo giusto che molte donne dopo la maternità vengano declassate o addirittura licenziate.

A tutt’oggi gli uomini guadagnano di più rispetto alle donne, anche se fanno lo stesso lavoro.

 

di Daniele, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

NATALE AL CALDO. UN MONDO SENZA STEREOTIPI

Io e la mia famiglia eravamo abituati a trascorrere il Natale a casa davanti al camino acceso, consumando il pranzo al caldo e se eravamo fortunati guardavamo la neve cadere e ricoprire tetti e giardini. La nostra giornata e idea di Natale è sempre stata questa, ma per un anno abbiamo deciso di rompere gli schemi e di abbandonare lo stereotipo del Natale al freddo. Cosi,io,un mio amico e il mio papa siamo partiti per trascorrere le feste al mare e anziché giocare a lanciarsi palle di neve o usare il bob su ripide discese, abbiamo preferito camminare scalzi sulla sabbia calda e tuffarci in mare per rinfrescarci un po’. La destinazione scelta è stata l’ Egitto, Sharm el Sheik.

La sera del 28 Dicembre sulla spiaggia, con un bel tramonto, io e il mio amico abbiamo giocato a calcio e ad un certo punto si sono uniti altri ragazzini, anche stranieri, che noi non conoscevamo. Abbiamo fatto le squadre e giocato partite per 2 ore. Ci sentivamo tutti uguali. Il sole bruciava e della sera neanche l’ombra! Siamo poi stati svegli fino alle 5 di mattina, per vedere l’alba e il nostro cenone è stato sicuramente diverso da quelli passati, senza tortellini, ma con pizza e Coca Cola a bordo piscina.

Ci siamo divertiti molto e ci siamo sentiti tutti uguali.

Questo è solo un esempio, per riflettere. Un mondo senza stereotipi è possibile, sta a noi crederci ed impegnarci per viverlo.

 

di Daniel, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

SIAMO TUTTI SPECIALI. CLARA E IL DIARIO ROSSO

PERSONAGGI:

  • Io, Camilla, una bambina di 12 anni
  • Ariosto, cane di Camilla
  • Un diario rosso
  • Gli sgrafignoli, abitanti della biblioteca
  • Francesco e Clara, compagni di classe di Camilla
  • Alfonso
  • Re e Regina
  • Il Mago, personaggio cattivo

Ciao, sono Camilla, ho 12 anni, non mi ritengo molto bella, diciamo che non ho i capelli lisci e biondi, gli occhi azzurri, un sorriso che incanta, come la mia fantastica compagna di classe Clara:  ho i capelli rossi e ricci, le lentiggini, il nasino a patata, gli occhi persi tra le pagine di un libro, quindi non sono un tipo strepitoso come Clara; pero credo di essere abbastanza intelligente; infatti molti mi chiamano “secchiona”. I miei compagni pensano che io ami solo studiare, ma in realtà loro non sanno che studiare in biblioteca è stupendo, perché ho scoperto un mondo fantastico pieno di avventure. Mi ero dimenticata di dirvi che fra i miei compagni c’è un bambino di nome Francesco; lui è come Clara: bello, bravo, amato da tutti, ma lui non mi parla nemmeno…

Un giorno, dopo aver finito i compiti, stavo andando in biblioteca con il mio cane Ariosto (lui è un golden retriver, un gran giocherellone, sta buono soltanto quando gli racconto le storie); siamo passati dai giardini, e in piazza dal fornaio, che dà sempre un biscotto ad Ariosto. Siamo entrati in biblioteca e ci siamo diretti verso gli scaffali dei libri fantasy che io adoro, ho iniziato a cercare qualche storia nuova da leggere, ma purtroppo avevo già letti tutti i libri. Riguardai nuovamente, nascosto salto fuori un libro dalla copertina tutta rossa, era chiuso da un bel nastro anche lui rosso, lo presi in mano e notai che c’era scritto sopra “Vuoi giocare con me?”. Ero elettrizzata, non sapevo se aprirlo oppure rimetterlo a posto, guardai Ariosto e gli chiesi un consiglio, lui abbaiò e lo presi come un sì. Iniziai a sfogliare il libro, ma mi sembrava di sentire delle piccole vocine, mi guardai attorno, ma non c’era nessuno. Ma girando la pagina del libro uscì una piccola creatura che assomigliava ad un elfo, mi fece un bell’ inchino, mi sorrise, io non sapevo cosa pensare, era cosi carino che non potevo essere impaurita. Parlava veloce veloce e non capivo niente, mi parlava di un re e di una regina che erano stati rapiti da un mago che, trasformandosi in un topo, era entrato nella reggia. Lui voleva il mio aiuto per liberarli, ma io ho pensato “sono solo una bambina, non ho poteri magici e non so fare niente di speciale”. La creatura si presentò, si chiamava Alfonso e veniva dal mondo degli sgrafignoli, mi convinse dicendomi che a lui serviva qualcuno che sapesse rispondere a tutte le domande che gli avrebbe fatto il mago e gli serviva un cane molto furbo.

Guardai il mio nuovo amico, non sapevo che cosa rispondere, ero incuriosita ma anche preoccupata.Alla fine accettai, Alfonso aprì il libro alla pagina 27, dove c’era scritto “viva il mondo degli sgrafignoli”.Stavo per chiedere ad Alfonso chi fossero gli sgrafignoli  quando…. Lo scoprii da sola perché ero finita a Sgrafignolandia, il paese da dove arrivava Alfonso.

Era un posto strano perché le case erano fatte da oggetti di recupero del mondo umano, infatti gli sgrafignoli entrano nelle nostre case e prendono tutto quello che noi crediamo di perdere, ma in realtà sono loro che li prendono.

Io e Ariosto eravamo diventati piccoli come Alfonso, camminammo per più di un’ora, attraversammo strade, prati ed un laghetto fino an arrivare ad un castello terrificante: sulle torri c’erano tanti corvi e nel fossato degli enormi serpenti. Alfonso impaurito mi disse che il re e la regina erano intrappolati nel castello e per passare dovevano sconfiggere i serpenti. Io iniziai a pensare …mi serviva un flauto per incantare i serpenti.

Alfonso corse a Sgrafignolandia a comperare un bel flauto; iniziai a suonare una dolce melodia e quelle brutte bestiacce si addormentarono. Insieme salimmo sulla schiena di Ariosto che nuotando oltrepassò il fossato.Alfonso mi diede un grande abbraccio e proseguimmo nelle stanze del castello cercando di risolvere le prove del mago. Ariosto dovette fare una corsa agli ostacoli per andare a prendere la chiave magica per aprire la porta, dove erano richiusi il re e la regina.

Finalmente arrivammo davanti a una piccola porticina, Alfonso piano piano senza fare rumore, per paura che il mago sentisse, infilò la chiave nella serratura, aprì la porta e vide il re e la regina.Facemmo un inchino per salutarli e loro ci ringraziarono, ora però dovevamo uscire da lì, senza farci vedere.Io iniziai a suonare il flauto e i serpenti si arrampicavano sul muro della torre, cosi tutti salirono sopra ai serpenti che li portarono fuori dalle mura del castello. Era andato tutto bene per fortuna erano tutti salvi.

Il re e la regina mi regalarono una medaglia  e mi dissero che ero una persona veramente speciale e che dovevo sempre sentirmi così, fecero un regalo anche ad Ariosto, un bell’osso. Ero veramente felice.

Alfonso aprì il diario rosso e mi salutò, dicendomi: “Quando vuoi tornare da noi, apri il libro e leggi le parole magiche”.

Tutto svani… ero in biblioteca con Ariosto e il diario rosso e la medaglia, ma ora mi sentivo speciale come i miei compagni!

 

di Carlotta, allieva della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

IL MIO MONDO SENZA STEREOTIPI. UN MONDO DOVE SIAMO TUTTI FELICI

Nel mio mondo senza stereotipi, tutti i bambini, anche i poveri, riescono ad integrarsi con gli altri, hanno stima di loro stessi, possono frequentare la scuola per imparare tante cose e riescono a partecipare ad attività sportive. In questo mio mondo siamo tutti amici e nessuno viene emarginato, preso in giro o escluso dai giochi: si riesce a giocare tutti insieme in armonia e allegria, aiutandosi gli uni con gli altri. Inoltre, se alcune famiglie hanno difficoltà per comprare il cibo o qualsiasi cosa di cui hanno bisogno, le altre persone le aiutano e permettono loro di vivere serenamente.
Ad esempio, quando ero in terza elementare, nel mio paese venne ad abitare una bambina di nome Marta che aveva sette fratelli tutti più grandi di lei. Nella sua famiglia lavorava solo suo padre. Veniva a scuola con i vestiti molto più grandi della sua taglia, perché erano appartenuti ai suoi fratelli. All’inizio tutti la prendevano in giro ma lei aveva sempre il sorriso perché non le importava e così tutti hanno iniziato a rispettarla e a coinvolgerla nei giochi. A Marta sarebbe anche piaciuto fare sport ma la sua famiglia non poteva permetterselo, così la società sportiva di pallavolo dove giocavo io, le ha offerto un anno di pallavolo gratis e noi bambine della squadra le abbiamo regalato le divise che non ci andavano più bene. Marta mi ha insegnato che bisogna sempre rispettare e aiutare gli altri e che nonostante tutto bisogna sempre sorridere.

 

di Amy, allieva della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

PER UN MONDO MIGLIORE. L‘aggressione e la denuncia

C’era una volta, una donna che mentre andava a lavorare vide una scritta su un volantino, che diceva “VUOI METTERE FINE AGLI STEREOTIPI ? RIUNIONE VIA RONI 6” .

Lei si recò all’indirizzo indicato e in una grande sala c’ era un incontro tra diverse persone. Parlavano di un mondo possibile, senza differenze e senza pregiudizi.

Ma alcuni uomini tentarono di aggredirla;  la donna riuscì  a scappare, per fortuna.  Qualche giorno dopo,  vide un disabile che non riusciva ad attraversare la strada, dei poveri per strada e dei bambini  piccoli che venivano presi in giro da un gruppetto di bulli : non ce la faceva più a sopportare  queste ingiustizie; cosi decise  di andare dal sindaco per chiedergli di fare qualcosa per un mondo migliore. Denunciò anche la tentata aggressione e qualche giorno dopo seppe che quegli uomini erano stati identificati e arrestati.

Un mondo senza discriminazioni e violenze è possibile, dobbiamo impegnarci per raggiungere questo sogno.

 

di Alessandro, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

La prima donna di colore presidente degli Stati Uniti d’America

Era da molto tempo che l’umanità cercava una svolta nella parità di genere e salariale, e finalmente l’ha trovata nelle ultime elezioni presidenziali americane: la prova è stata la prima presidente americana Kate Tiffrey, che è stata eletta il tredici novembre 2060. La sua campagna elettorale ha colpito molto i cittadini americani poiché proponeva l’abolizione delle discriminazioni contro le donne sia nell’ambito casalingo sia in quello lavorativo.

Già in passato c’era stato un presidente americano di colore e, una vicepresidente donna, ma il “muro di cristallo”, l’insieme di barriere sociali invisibile, al raggiungimento della parità e dei diritti delle donne nell’ambito lavorativo non era mai stato rotto.

di Varignana Diego, allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.