Un giorno nella classe di una scuola media stava per arrivare un bambino di nome Marco e tutti cercarono di immaginare come potesse essere.
Quando Marco entrò in classe tutti rimasero colpiti dal suo aspetto e nessuno lo salutò; Marco era disabile. I primi giorni rimase da solo nel suo banco, ma nei giorni seguenti la professoressa decise di cambiare i posti e ad Andrea fu assegnato il posto vicino a Marco che fu molto felice. Così provò a parlare con Andrea che notò subito la simpatia di Marco.
Andrea raccontò a tutti del suo nuovo amico e gli altri alunni accolsero la notizia con entusiasmo tranne Max, il più popolare della classe, che si arrabbiò moltissimo. Quindi cercò di architettare molti piani per sbarazzarsi di Marco. Evitò di coinvolgerlo nelle attività di gruppo cercando di isolarlo. Ma gli altri, avendo capito che la sua disabilità non costituiva alcun ostacolo all’amicizia, esclusero Max.
Un giorno, mentre Max e Marco erano insieme in ascensore, rimasero bloccati.
Marco cominciò a chiedergli quali fossero i motivi delle ostilità nei suoi confronti e Max gli disse che si era comportato così solo per invidia e che non sopportava di aver perso il ruolo di ragazzo più popolare della classe. Marco lo tranquillizzò spiegandogli che non avrebbe perso il suo ruolo e che non serviva essere geloso della sua popolarità, ma al contrario se ne avesse gioito con gli altri, tutti avrebbero ricominciato a guardarlo con occhi diversi.
Da quel giorno Max e Marco diventarono amici inseparabili e furono chiamati le due “M”.
Morale: quando si conosce qualcuno di diverso bisogna andare oltre le apparenze e solo in questo modo le differenze non si notano più.
Elaborato di Manuela, allieva della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.