In un futuro migliore del mio passato

Mi ricordo che in seconda elementare c’era un bambino appena arrivato. Secondo gli altri era “diverso” da noi per il semplice fatto che era cinese.

Poverino non parlava la nostra lingua quindi ovviamente non la intendeva.

Tutti lo prendevano in giro: secondo loro era asociale soltanto perchè era senza amici e non poteva comunicare anche se lui avrebbe voluto.

Il primo giorno si sedette da solo all’ultimo banco senza nessun supporto o sorriso.

Allora anche se io avevo già legato con delle bambine e bambini mi alzai dalmio banco e mi misi vicina a lui.

Incominciai a parlare e a comunicare con i gesti e un pò in inglese, ma lui ne capiva molto poco.

Allora lui, non so come, ma mi fece capire che voleva imparare l’italiano e allora incominciai a fare gesti tipo il cuore con le mani e gli dissi che gli volevo bene. Anche lui mi disse “ti voglio bene”.

Così siamo riusciti ad abbattere gli stereotipi e le barriere che ci separavano.

Elaborato di Ginevra, studentessa della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.