Un pover uomo di nome Giovanni andava a pulire i vetri di un negozio il cui proprietario era scorbutico e antipatico, sgridava sempre Giovanni per ogni minimo errore che commetteva nel suo lavoro.
Dopo un anno di resistenza in questo duro lavoro, Giovanni cominciava a stancarsi e ogni giorno tornava a casa disperato perché non riusciva a mantenersi con i miseri cento euro che aveva di stipendio mensile.
Ma non c’è fine al peggio, un giorno il negoziante trovò i vetri imbrattati da ragazzi e incolpò Giovanni che venne licenziato.
Giovanni si incamminò triste verso casa, all’improvviso si trovò davanti una anziana signora che si era persa, Giovanni capi che era in difficoltà e con pazienza la accompagnò a casa.
Riprese la strada e dopo poco si inciampò in un signore che dormiva per strada, vedendolo più povero di lui gli offrì qualche soldo, dei pochi rimasti, per mangiare.
Proseguendo il cammino si trovò davanti ad un bimbo che si era allontanato da casa e non ricordava come tornarci. Giovanni si ricordò che quel bimbo veniva spesso con la mamma nel negozio dove lavorava e sapeva dove abitava. Allora lo prese per mano e chiacchierando lo rassicurò e lo accompagnò a casa.
La mamma del piccolo ringraziò molto Giovanni e gli chiese come sdebitarsi.
Giovanni non volle niente, poi la madre gli chiese cosa sapesse fare.
Giovanni disse che era stato licenziato e che lui era uno scienziato ma non poteva mai realizzare le sue invenzioni perché non aveva abbastanza soldi.
La donna scrisse ad un giornale raccontando la storia di Giovanni, un importante istituto di ricerca decise di dare un’ooportunità di lavoro a Giovanni che riuscì a realizzare il suo sogno diventando un famosissimo scienziato.
FINE
Elaborato di Antonio, allievo della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.